La bambina che abbracciava gli alberi. Potrebbe essere il titolo di un romanzo di formazione per ragazzi, quest’immagine dell’infanzia di Tiziana Torcoletti. Simbolica di un approccio al mondo, quell’abbraccio preannuncia anche la passione per il disegno e la fotografia: non solo luoghi, ma persone nei luoghi, relazioni, affetti.
Il padre Renato e la mamma Maria abitavano al primo piano di in una villetta dietro piazza Mazzini, a Falconara, dove Tiziana è nata nel ‘59. Poi sono venute le sorelle Manuela e Roberta. «Il terremoto del ‘72 fu una delle svolte, la prima, della mia vita. Nel giardino di casa, sorgeva un magnifico albero di fico, secolare. Alla seconda grande scossa, di notte, mi slanciai ad abbracciarne il tronco. Mi aiutò a placare la paura. E adesso, quel mio “grande padre” non c’è più». Per lei fu un dolore quando, passando di lì pochi anni dopo, trasferita la famiglia in un’altra zona, vide che era stato abbattuto. Non ne conserva neanche un disegno, dei tanti di cui, fin da ragazza, ha riempito i suoi quaderni, corredandoli di pensieri e citazioni. «Una passione e uno sfogo, che avrei provato a disciplinare molti anni dopo».
La crescita
Quella bambina cresce in fretta. Iscritta alle Magistrali, nel trantran quotidiano per andare a scuola ad Ancona, in autobus, incontra Leonardo. «Alla fermata di piazza Cavour, io scendevo e lui saliva sul mezzo che l’avrebbe portato al Tecnico Industriale di Torrette». Tiziana aveva 14 anni, lui qualcuno di più. «Ne avevo 20, quando ci siamo sposati. Ed è nato Luca». Ma lei non si ferma, si laurea in Sociologia a Urbino, dove frequenta master per specializzarsi nel sostegno al disagio giovanile. E dove, a 29 anni, incontra Maurizio, docente incaricato in Diritto pubblico, che ha fondato, ad Ancona, una scuola privata interdisciplinare. Amore fatale: Tiziana lascia Leo e sposa Maurizio. «I miei non presero per niente bene quello che giudicavano un colpo di testa. Papà, con mio grande dolore, non venne neanche al matrimonio».
Nasce Federico, da un’unione che non è solo affettiva. «Smisi con le supplenze, per dedicarmi all’amministrazione e ai rapporti con clienti e docenti, nell’istituto di Maurizio».
La passione
L’avventura continua, per Tiziana. Anche sul fronte della fotografia, non si ferma. «A Palermo, dove accompagnavo mio figlio Federico a un torneo di scacchi, ho conosciuto Vincenzo, che, pittore amatoriale, mi ha introdotto al vivace ambiente di quella città. Così sono entrata in contatto con Letizia Battaglia, una donna speciale, e con il Centro internazionale di Fotografia, da lei fondato». E continua ad abbracciare alberi.