La Cittadella è chiusa da 39 giorni. «Siamo ostaggi del cinghiale: riapritela»

La Cittadella è chiusa da 39 giorni. «Siamo ostaggi del cinghiale: riapritela»
La Cittadella è chiusa da 39 giorni. «Siamo ostaggi del cinghiale: riapritela»
di Andrea Maccarone
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Lunedì 19 Giugno 2023, 04:15 - Ultimo aggiornamento: 10:40

ANCONA Esattamente un mese e sette giorni di chiusura. E ancora non si sa quando il parco pubblico della Cittadella potrà riaprire. Nel frattempo il cinghiale imprigionato dentro pare si stia trovando molto bene. La boscaglia non manca. Il cibo nemmeno. L’ungulato gradisce tutti i frutti della terra, meno quelli che i volontari del Parco del Conero hanno messo all’interno della trappola. È furbo, lui. Avrà capito che si tratta di una fregatura.

Perché le immagini scattate dalla fototrappola ritraggono il cinghiale che arriva ad avvicinarsi alla gabbia, ma evita di entrarci.

Sebbene all’interno siano stati messi tuberi e frutta, prelibatezze per gli ungulati.


I disagi 


Questa storia, oltre ad aver fatto spazientire molti residenti e cittadini che vorrebbero riappropriarsi dell’area verde, ha causato diversi disagi ai gestori del maneggio adiacente l’antico forte: l’associazione Cavalieri della Cittadella. «Il problema è che molti anconetani tentano di entrare comunque dentro il parco approfittando del nostro accesso - racconta la coordinatrice dell’associazione, Anna Rita Delle Vergini -, mentre i turisti che arrivano dal centro risalendo via Circonvallazione, pensano che il nostro sia l’ingresso del parco. Insomma, passiamo il tempo a bloccare le persone che vorrebbero entrare». L’associazione ha dovuto anche stoppare le attività di ippoterapia con i bambini disabili, che si svolgevano dentro il parco. «In ogni caso il cinghiale qui al maneggio non si è mai visto, probabilmente perché qui ci siamo sempre noi - continua - mentre lui ha un’intera area verde tutta per lui, praticamente gli è stata involontariamente creata una situazione ideale».

A questo punto, riprende la coordinatrice «meglio riaprire il parco - afferma - magari se avverte la presenza degli umani si allontana da solo». Che sia questa la soluzione? «Ma se poi va addosso ad una mamma con i bambini? - osserva giustamente l’assessore al verde pubblico Daniele Berardinelli -. Meglio mantenere il varco d’ingresso off limits per motivi di sicurezza». Nel frattempo i volontari trappolatori cambiano quasi ogni giorno il cibo esca. Lui si avvicina, si fa scattare la foto e se ne va a mangiare altrove. È lampante, il cinghiale ha capito tutto. È troppo intelligente. 


La decisione 


Ma fuori dalle mura della Cittadella c’è anche chi fa il tifo per il cinghiale. Su Facebook sta girando un simpatico logo che raffigura l’ungulato stilizzato e sotto la scritta “Cittadella National Park”, facendo il verso ai parchi nazionali dove la fauna selvatica scorrazza in libertà. «Il fatto è che l’animale si sarà anche trovato bene senza nessuno che lo disturba - afferma Riccardo Picciafuoco, presidente pro-tempore del Parco del Conero -. Ora non resta che aspettare, ci vuole pazienza».

Una volta che la trappola avrà fatto il suo dovere «il cinghiale verrà sedato e poi abbattuto - fa sapere Picciafuoco -, io avrei sperato di poterlo liberare all’interno dell’area del Parco del Conero, ma la burocrazia dei protocolli e i costi ci hanno fatto propendere per l’altra decisione».

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