Shoah, l'appello della scampata ai giovani
"Ricordare, ricordare". Parole ed emozioni

Memme Bevilatte, al secolo Miriam Dell'Ariccia
Memme Bevilatte, al secolo Miriam Dell'Ariccia
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Martedì 27 Gennaio 2015, 21:47 - Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 09:16
FANO - La testimonianza diretta di una scampata alla Shoah ha profondamente colpito gli studenti. Udire dalla viva voce dei protagonisti le sofferenze, le atrocità, la tragedia che provocò anche in Italia la persecuzione degli ebrei è cosa diversa che leggerle in un libro di storia.



Gli studenti delle scuole medie superiori fanesi che hanno partecipato ieri alla seduta straordinaria del Consiglio comunale, convocata in occasione del Giorno della memoria, non hanno nascosto la loro emozione nell'ascoltare la storia di Memme Bevilatte. Descritta in un libro dal giornalista Italo Arcuri, la vicenda riporta come Teresa Giovannucci, originaria di Fratte Rosa, trasferitasi per lavoro a Riano, in provincia di Roma, nascose nella propria abitazione, dal settembre del 1943 al giugno del 1944, otto ebrei, salvandoli dai campi di sterminio.



Se si vuole una piccola Perlasca, ma insieme a lui a pieno titolo tra gli oltre 500 italiani che possono fregiarsi del titolo di "giusti" assegnato dal popolo ebraico. Di fronte agli studenti, ieri c'era lei, Memme Bevilatte, al secolo Miriam Dell'Ariccia, la bambina che insieme alla sua famiglia deve la vita a Teresa. Ha sintetizzato il suo messaggio ai giovani in tre parole: "Ricordare, ricordare, ricordare". Una tragedia come quella dell'olocausto non si può dimenticare. Oggi quella famiglia di otto persone si è ampliata a una trentina e più di parenti, tra figli e nipoti, e del coraggio di Teresa si è sempre parlato a partire dai più piccoli, affinché restasse ben impresso nella loro mente il debito di riconoscenza verso questa persona.
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