"Non ho firmato le dimissioni col sangue"
Il sindaco scherza ma non troppo

"Non ho firmato le dimissioni col sangue" Il sindaco scherza ma non troppo
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Giovedì 29 Gennaio 2015, 21:01 - Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 10:48
FERMO - Tutti sembrano ormai pronti alle elezioni, ma Brambatti fa venire i brividi: e se ritira le dimissioni? Luciano Romanella ha pronte un paio di liste, il Pd si interroga su Fabrizio Cesetti, Forza Italia è tentata di giocare - e finalmente - la carta Mariantonietta Di Felice... e che succede? Succede che il sindaco Nella Brambatti gela tutti e semina un dubbio: non è che, zitta zitta, sta pensando a ritirare le dimissioni, mandando a monte il voto a maggio?

Finora è tutto giocato sul filo dell’ironia, una battuta qui, una là. Il manico del coltello è nelle sue mani. Qualche dubbio era emerso nei giorni scorsi, ma le dichiarazioni durante la conferenza stampa di ieri per l’inaugurazione dell’anno accademico al Conservatorio Pergolesi hanno mandato in fibrillazione tutto il popolo del Pd. E non solo. Quando è stato il momento di affrontare il tema sulle opere di Sandro Trotti per il futuro museo al Chiostro dei Carmelitani, Brambatti si è lasciata sfuggire che del caso si sarebbe occupata lei o il commissario prefettizio.

Forse solo una battuta, visto che il countdown per il saluto alla poltrona è già scattato da una settimana e ne sono rimaste soltanto un paio prima che l’addio sia irrevocabile, il prefetto Angela Pagliuca metta mano a carta e penna e firmi la nomina del reggente in Comune. O forse no, visto che sindaco e giunta hanno il dente avvelenato per la piega presa dalla crisi in Comune, la brusca sterzata del Pd quando in Consiglio sono venuti a mancare i numeri per governare. “Stiamo lavorando alacremente e ci sono ancora molti progetti in sospeso”, ribadisce l’assessore Luigi Montanini, tradendo un sentimento che accomuna tutta la squadra, costretta suo malgrado ad abbandonare il campo. Un concetto più volte espresso dal sindaco: dalla vendita della Solgas ai lavori al Terminal, dalle scelte sui fondi europei alla programmazione per Pasqua e l’estate, non si poteva scegliere periodo peggiore per mandare tutti a casa.
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