Nuovi raid e attacchi anti Gheddafi
Il raìs: i vostri missili mi fanno ridere

Gheddafi ha parlato ieri ai suoi sostenitori
Gheddafi ha parlato ieri ai suoi sostenitori
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Mercoledì 23 Marzo 2011, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 23:19
TRIPOLI - Continuano i raid aerei in Libia. Attacchi anche alle forze di terra libiche e all'alba di oggi si sono udite esplosioni, a Tripoli, nel giorno del terzo cessate il fuoco proclamato dalle truppe di Gheddafi. Lo riporta la Cnn, precisando che non è chiaro al momento in quale zona della capitale si siano verificate le esplosioni. Nelle ultime notti le forze della coalizione occidentale hanno bombardato Tripoli con missili cruise. Ieri il primo ministro libico al-Baghdadi Ali al-Mahmoudi aveva dichiarato il cessate il fuoco, il terzo dall'approvazione della Risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.



La tv satellitare Al Arabiya ha riferito che la caserma-bunker di Muammar Gheddafi a Tripoli è stato attaccato dagli aerei della coalizione. Proprio da Baba el Aziziya ieri sera il leader libico si è rivolto ai suoi sostenitori. Nuovi raid si sono ergistrati in serata a Tripoli. Forti esplosioni sono state avvertite nella zona di Tajura, periferia orientale della capitale, e nei dintorni di Bab al-Azizia, dove si trova la caserma nella quale sarebbe rifugiato il colonnello Muammar Gheddafi.



Ai miliziani pro-Gheddafi sarebbe stato chiesto, una volta entrati a Bengasi, di «violentare tutte le donne». Lo scrive oggi, in un reportage da Bengasi, Fatma Ben Dhaou (l'inviata del giornale tunisino Le Quotidien, che ieri si è messa in contatto con i familiari dopo giorni, facendo temere che potesse essere stata sequestrata dai sostenitori del colonnello), citando uno degli insorti che sta resistendo all'avanzata delle truppe lealiste.

A sostegno di questa tesi Le Quotidien pubblica una foto di un «kit» trovato in uno dei mezzi blindati fermati dagli insorti alle porte di Bengasi: un notevole quantitativo di preservativi e confezioni di Viagra e Levitra.



La guerra nella Cirenaica è in fase di stallo tra quattro giorni attorno ad Ajdabyia, dove - dopo i bombardamenti internazionali - si sono ritirate le forze governative che stavano avanzando su Bengasi. I miliziani di Gheddafi controllano gli ingressi est ed ovest della città, mentre resta incerta la situazione all'interno del centro urbano. I ribelli armati, per lo più civili, al ceckpoint di Zueitina, a 15 chilometri a est di Ajdabyia verso Bengasi, appaiano allo sbando.



Nel centro Ajdabyia «la situazione è molto pericolosa, ci sono mercenari africani di Gheddafi che hanno catturato dei civili», racconta un abitante in fuga dalla città con la sua numerosa famiglia, mentre attraversa il posto di blocco con il tetto della macchina carico di bagagli, materassi, bombole del gas. Sulla strada tra Ajdabyia e Bengasi giacciono ancora carri armati distrutti, pullman e auto bruciate, gli effetti del bombardamento dell'aviazione francese che nei giorni scorsi ha fermato l'avanzata di Gheddafi a Bengasi.



Carri armati delle forze fedeli a Muammar Gheddafi hanno preso posizione agli ingressi orientale e occidentale della città di Ajdabiya, meno di 200 km a sud di Bengasi. Lo ha riferito la tv satellitare Al Arabiya.



Nel centro di Misurata «ci sono carri armati e cecchini» mandati da Gheddafi. È quanto riferisce un testimone nella città portuale di Misurata, ad ovest della Libia. Citato dalla Cnn, l'uomo dice che gli ospedali sono sovraffollati e che «le persone stanno vivendo in uno stato di terrore. L'elettricità è stata tagliata, l'acqua è stata tagliata». Lanciando un appello, «Misurata ha bisogno di aiuto», il testimone ha detto che «le persone ferite stanno dormendo sul pavimento» degli ospedali per mancanza di posti letto. Il bilancio delle vittime degli scontri tra le truppe di Gheddafi e i ribelli a Misurata supera i 90 morti negli ultimi cinque giorni, secondo quanto riferiscono fonti mediche,



Le forze della coalizione hanno lanciato due attacchi aerei nella zona dove sono di base le forze fedeli al colonnello libico Muammar Gheddafi, nella città di Misurata, in mano ai ribelli. Lo riferisce un testimone. Alcuni cittadini hanno detto che dopo l'attacco aereo l'artiglieria e i tank delle forze leali al rais hanno smesso di sparare.



In una breve apparizione ieri sera dalla sua residenza-caserma di Bab el Aziziya a Tripoli
Muammar Gheddafi ha arringato una folla di sostenitori, promettendo una vittoria finale sulle forze della coalizione, e sollecitando gli «eserciti islamici» a schierarsi al suo fianco perchè c'è in corso «una nuova crociata scatenata contro l'Islam». Nella sua prima uscita in pubblico dal 15 marzo scorso, il leader libico, vestito di scuro, ha parlato per circa tre minuti - ripreso in diretta dalla tv di Stato - con tono di sfida e ripetendo più volte «sono, qui, sono qui, sono qui la mia casa è qui». La Libia, ha proclamato, «è pronta per la battaglia, che sia breve o lunga» e «alla fine vinceremo noi». «Queste bombe mi fanno ridere - ha esclamato rivolto ai manifestanti che lo acclamavano - Niente mi fa paura, nessun tiranno mi può spaventare». Questi attacchi sono compiuti da «una manica di nazisti che finiranno nella spazzatura della storia», ha affermato il colonnello, aggiungendo che la «miglior difesa antiaerea è il popolo e Gheddafi è in mezzo al popolo». «Ci sono manifestazioni dovunque contro questo attacco non giustificato - ha ancora detto Gheddafi - che viola la Carta dell'Onu». L'area di Bab el Aziziya - già colpita nel 1986 nei bombardamenti Usa contro il regime libica - è stata centrata da un missile domenica sera.



La propaganda del rais proclama l'intenzione di rispettare il cessate il fuoco, ma Gheddafi continua a fare guerra al suo popolo, come ha drammaticamente dimostrato il nuovo massacro di Misurata, città della Libia occidentale con ancora sacche di resistenza degli insorti. Sono 40 le vittime di ierii, e stavolta testimoni parlano anche di 4 bambini morti. Il più grande aveva appena 13 anni. Sono stati uccisi tutti insieme, mentre si trovavano a bordo di un'auto. La terza città della Libia, 170 km a est dalla capitale Tripoli, è uno dei centri cruciali della rivoluzione; un simbolo, da quando è iniziata la rivolta. Fino a qualche giorno fa era in mano ai ribelli, poi il governo ha annunciato di averla riconquistata, ma - nell'ormai consueta altalena di notizie - secondo alcune fonti sarebbe di nuovo in mano agli insorti. E l'accanimento delle forze lealiste sul centro costiero della Libia sembra dimostrarlo.



Due F-18 canadesi sono decollati nella notte dalla base militari di Trapani-Birgi dove ha sede il trentasettesimo stormo dell'aeronautica militare. Proseguono così ininterrottamente le operazioni militari nella base siciliana. Ieri sono decollati sei tornado e quattro F-16 italiani.



I dati dell’intelligence non mostrano segno di ritiro delle forze libiche pro Gheddafi da Misurata e Ajdabiya. Lo ha detto oggi l’ammiraglio americano Gerard Hueber.



Le forze della coalizione hanno attaccato dall’aria le forze pro Gheddafi che minacciano le città di Ajdabiya, Misurata e Zawiya. Nel mirino delle forze della coalizione ci sono forze meccanizzate, postazioni di artiglieria e piattaforme mobili per il lancio di missili, ha precisato l’ammiraglio americano Hueber.



Le forze della coalizione impegnata contro la Libia di Gheddafi hanno effettuato ieri 57 raid aerei, il numero più elevato da sabato scorso, quando è iniziata l’operazione. La cifra, diffusa dal Pentagono, contrasta con le dichiarazioni dei comandanti americani dell’operazione per cui, ricorda il New York Times, l’attività delle forze sarebbe andata a calare.<



Non vi sono indicazioni che gli attacchi della coalizione sulle città libiche abbiano causato vittime civili. Ha detto Gerard Hueber. L’ufficiale americano ha detto che il pattugliamento della no-fly zone sulla Libia si è esteso adesso a tutta la regione costiera della Libia.



Quattro caccia intercettori possono «alzarsi in volo in 15 minuti per la protezione dello spazio aereo nazionale». Lo ha detto il ministro della Difesa, (Ignazio La Russa, nelle sue comunicazioni al Senato. «Abbiamo al di fuori coalizione che opera sulla Libia - ha aggiunto - mezzi navali italiani, così come è a nostra cura la copertura spazio aereo italiano». Oggi sono stati impegnati in diverse misisoni pomeridiane anche sei F16 italiani.



Missione in volo per Eurofighter italiani decollati poco dopo le 16.30 dalla base militare di Trapani Birgi e atterrati pochi istanti fa. Si sarebbe trattato di un volo di addestramento anche se alla base militare le bocche restano cucite. Prosegue così intensamente l’attività militare presso l’aeroporto dove ha sede il 37° stormo dell’Aeronautica.



L’aviazione del leader libico Muammar Gheddafi è stata distrutta e «non esiste più come forza belligerante». È quanto ha affermato il vice maresciallo dell’Aria Greg Bagwell, comandante delle operazione aeree britanniche sulla Libia, durante una visita alla base di Gioia del Colle, riferisce la Bbc. La coalizione, ha aggiunto, può ora operare «impunemente» nei cieli libici e mantiene una pressione costante sulle forze armate di Tripoli. «Controlliamo dall’alto il popolo innocente della Libia e lo proteggiamo dagli attacchi -ha spiegato- teniamo le forze di terra libiche sotto costante osservazione e le attacchiamo quando minacciano i civili o attaccano i centri abitati». Bagwell ha aggiunto che nessuno degli aerei britannici coinvolti nell’operazione è stato attaccato.



«Abbiamo catturato numerosi soldati delle brigate di Gheddafi ad Ajdabiya che avevano in dotazione delle maschere antigas». È quanto ha rivelato il portavoce del Consiglio nazionale dell’opposizione libica, Khaled al-Saih, al sito informativo libico Brnieq. «Tra i militari fatti prigionieri ci sono anche molti ufficiali - ha spiegato - ed abbiamo visto che avevano in dotazione delle maschere. Questo ci lascia pensare che fossero sul punto di usare armi proibite oltre a nuovi tipi di ordigni sofisticati di cui sono in possesso». Il portavoce ha confermato «di essere in contatto diretto con le forze della coalizione impegnate nei raid aerei in Libia, alle quali vengono fornite informazioni in tempo reale sulla situazione sul campo».



Le forze aeree USA e della coalizione impegnata in Libia iniziano a prendere di mira le forze di terra di Gheddafi, a cominciare dalla 32esima brigata comandata dal figlio Khamis. Raid indirizzati dalle informazioni raccolte e trasmesse in tempo reale dai droni Global Hawk e degli aerei da ricognizione Joint Stars. È stato l’ammiraglio Samuel Locklear, il comandante delle operazioni Usa, ad annunciare l’avvio di tali operazioni «entro ore o giorni» ieri pomeriggio (la tarda serata in Italia) in un briefing dalla «Mount Whitney» in navigazione nel Mediterraneo ai reporter riuniti al Pentagono a Washington.



Composta da 10mila uomini, bene equipaggiata, la 32esima brigata viene considerata «il principale elemento di protezione del regime», «una forza che stiamo tenendo sotto stretto controllo», ha spiegato Locklear. In un primo momento, la brigata di Khamis Gheddafi era dislocata nei dintorni di Tripoli. Ora è stata spostata in altre località del Paese.



«Gheddafi e le sue forze non stanno ancora rispettando la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite», ha spiegato Locklear, malgrado i risultati dei primi giorni di raid contro la sua contraerea. Le forze regolari libiche proseguono «azioni aggressive» contro i civili, a Misurata, Ajdabiya e Zawiyah. «Stiamo conducento una vasta gamma di operazioni in tutta la Libia. La 32esima brigata viene sempre presa in considerazione nei calcoli su come condurre le prossime operazioni. Continueremo a seguire strettamente le loro posizioni», ha aggiunto.
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