Muore nello stesso luogo del figlio:
due incidenti stradali, stesso destino

Il luogo dell'incidente
Il luogo dell'incidente
di Elena Ceravolo
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Sabato 28 Gennaio 2012, 09:42 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 15:09
ROMA - Travolto e ucciso da un’auto l’altra sera mentre camminava su una strada buia a poche decine di metri di distanza da dove solo undici giorni prima aveva perso suo figlio in un incidente stradale. Stesso drammatico destino su due strade parallele per Giulio Bellini, un imprenditore sessantenne di Sant’Angelo Romano, e per il suo Luciano, 35 anni.



Una famiglia lacerata e un paese intero piombato nello sconforto: «Un inferno» è stato ieri mattina il primo commento postato sul gruppo Facebook creato per ricordare il ragazzo. Giulio Bellini è stato investito poco prima delle 23 sulla Palombarese, all’altezza del chilometro 27,500. Attendeva che tornasse a prenderlo un amico con l’auto e probabilmente, nel frattempo, aveva cominciato a camminare su quel tratto privo di illuminazione. Lo ha travolto una Citroen C1, condotta da un venticinquenne di Palombara, che viaggiava in direzione Roma. Le testimonianze di altri automobilisti che seguivano, raccolte dai carabinieri, raccontano di un’auto che ha improvvisamente scartato come ad evitare un ostacolo e di aver poi visto rotolare il corpo a bordo strada.



Il giovane, sotto choc, si è subito fermato per prestare soccorso. E’ arrivata l’ambulanza, ma per l’uomo non c’era più nulla da fare. Morto sul colpo. Proprio come sue figlio Luciano la mattina di lunedì 16 gennaio sulla strada parallela, via Petrarca, a poche decine di metri in linea d’aria: guidava la sua Fiat 600 quando, forse per il cofano che si è aperto all’improvviso togliendogli la visuale, avrebbe perso il controllo andando a scontrarsi con un camioncino-frigo che arrivava dal senso opposto. E in quel punto suo padre, che non si dava pace per quella morte assurda, è stato visto nei giorni successivi osservare: cercava disperatamente un perché. Un perché che ora su Facebook è diventato un’eco di tutti gli amici stretti intorno al figlio minore, Marco, e alla moglie.



«Ora il nostro compito è essere forti per loro - è uno dei tanti appelli - è difficile ma dobbiamo provarci per l’amore che proviamo per loro». Giulio Bellini, insieme con i suoi due figli, gestiva l’attività di famiglia: la pompa di benzina, la concessionaria e la villa per ricevimenti in località Piedimonte. Tutto ad un paio di chilometri dal luogo della doppia tragedia.



E ieri alcuni residenti lungo il tratto della provinciale Palombarese dove è stato investito il padre puntavano il dito sulla mancanza di illuminazione: «Se qui ci fossero stati i lampioni che chiediamo da anni - dicevano - forse Giulio non avrebbe fatto questa fine, l’automobilista avrebbe potuto vederlo prima e forse riuscire ad evitarlo». La dinamica dell’incidente e le eventuali responsabilità dovranno essere chiarite dai carabinieri di Sant’Angelo, diretti dal comandante Ciro Quindici. Per il momento si sa che sono risultati negativi i test effettuati, come da prassi, per accertare eventuali alterazioni sul giovane che guidava l’auto investitrice.
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