Carabinieri arrestati, ora si indaga
su un falso incidente stradale

Carabinieri arrestati, ora si indaga su un falso incidente stradale
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Sabato 23 Maggio 2015, 16:22 - Ultimo aggiornamento: 26 Maggio, 18:10
ASCOLI - ​La vicenda che vede coinvolti i due sottufficiali dei carabinieri preannuncia una lunga e complessa battaglia giudiziale. De Palo ha deciso di non collaborare con il magistrato in attesa che il suo avvocato, Alessandro Angelozzi, possa esaminare le circa 3 mila pagine nelle quali sono racchiuse le indagini che i carabinieri di Ascoli hanno espletato nel corso degli ultimi tre mesi. Antonio Cianfroni, invece, la cui posizione sarebbe meno pesante rispetto a quella del maresciallo, ha in parte risposto alle domande che gli sono state rivolte dal Gip Filippello. Non ha comunque chiarito alcune situazioni che al momento restano in sospeso ma che verranno messe sotto la lente d’ingrandimento nel corso dell’inchiesta. Una delle accuse che viene mossa al vice comandante della stazione di Monsampolo è di aver simulato, in concorso con G. D. B., commerciante di Castel di Lama, un incidente stradale che avrebbe poi garantito un indebito risarcimento al militare da dividere con il presunto complice. Secondo quanto risulta nel foglio della denuncia, G. D. B., mentre si trovava alla guida della sua auto, avrebbe investito Cianfroni che stava procedendo in bicicletta. L’investito, poi, si sarebbe recato al pronto soccorso per farsi refertare. Al commerciante inoltre viene imputata una simulazione di reato. Secondo l’accusa si sarebbe impossessato del danaro contenuto nel raccoglitore di una macchinetta videopoker facendo credere che all’interno dell’esercizio erano entrati nel corso della notte i ladri. Tutte le persone che sono state interrogate alla Piermanni, una decina circa, hanno dettodi essere rimaste vittime delle pressioni dei militari e di aver taciuto la cosa per il timore di finire nel loro mirino. Nella rete sono finiti anche due cittadini di nazionalità cinese, al momento solo indagati. Uno di loro è risultato non essere in regola con il permesso di soggiorno in Italia ma ad entrambi viene contestato il reato di favoreggiamento per aver taciuto alcune circostanze di una certa gravità.
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