Ancona, colpito da emorragia
Frankie muore a 45 anni

Ancona, colpito da emorragia Frankie muore a 45 anni
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Sabato 2 Maggio 2015, 21:30 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 20:32
ANCONA - Lutto nel mondo del teatro. E’ morto ieri mattina Francesco Ferrato, per tutti “Frankie”. Tecnico delle luci, del suono e attore lui stesso era ricoverato da tre mesi all’ospedale di Torrette. Era stato colpito da emorragia cerebrale e, anche se le sue condizioni erano gravi, tutti speravano in un miracolo. Dal 1997 con il Teatro del Sorriso, ha preso parte come attore ai più importanti lavori della compagnia diretta da Giampiero Piantadosi: La Bottega del Caffè, Zizò de Palumbèla, L'Imbriago, Arsenico e vecchi merletti. A giugno avrebbe compiuto 45 anni. Lascia la moglie Catia e il figlio Jacopo, 10 anni, lui stesso sul palco nelle ultime rappresentazioni di Zizò de Palumbèla. I funerali saranno domani alle 15.30 al Pinocchio.

Dal palco, Frankie era passato alla direzione del suono e delle luci. Un lavoro che lo appassionava e che lo aveva proiettato nei teatri di tutta Italia. Giorgio Albertazzi lo ha voluto in tournee come direttore di scena, e ha lavorato con tanti altri professionisti importanti sia nel campo teatrale che musicale. Ma era anche un bravissimo percussionista.

“Lo conobbi nel 1996 ad uno spettacolo - ricorda Giampiero Piantadosi - : io recitavo e lui suonava le percussioni. Mi piacque, intravidi in lui doti non comuni e una spiccata attitudine alla recitazione, e gli proposi la parte di Messer Pandolfo nella Bottega del Caffè, che stavo riadattando in vernacolo anconetano. All'inizio era titubante, perché non aveva mai pensato di intraprendere questa strada, ma si fidò di me e fu un successo. Si divertì a tal punto che da allora non ci lasciammo più e iniziò quel sodalizio artistico che si interrompe oggi con la sua scomparsa dopo quasi venti anni di successi”.

Nel 2001 accettò la sfida delle sfide: ridare vita al personaggio di Zebibo Paccalossi, protagonista di quell'Imbriago di Palermo Giangiacomi, vanto della tradizione vernacolare anconetana, che da anni nessuno più osava rappresentare dopo i fasti di Fuligna, Sulpizi e Cedroli. Anche questo fu un successo, e Ancona scoprì Francesco Ferrato, che per quasi ottanta volte da allora ha vestito i panni di Zebibo, rappresentandolo persino al carcere di Montacuto nel 2005 per i detenuti e a Roma nel 2013 per la Associazione Marchigiani.

“Fu poco dopo il debutto con L'Imbriago che su mia insistenza - racconta ancora Piantadosi - partecipò ad un corso di fonica ed illuminotecnica. Si innamorò talmente tanto di questo mestiere che abbandonò la Bontempi, fabbrica di cucine dove lavorava e avviò una attività autonoma di service. Ci lascia un grande vuoto. Resta il privilegio di averlo conosciuto e di aver condiviso con lui tanti momenti belli e successi importanti”.
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