Sulla scia delle energie sprigionate ieri dalle dodici mila persone dell'"Arena della Pace" di Verona, nella basilica di San Pietro il tema della pace, alla messa di Pentecoste di stamattina, è tornato a farsi sentire urgente. Papa Francesco ha rinnovato ai cattolici di non arrendersi, di non mollare, di credere fermamente nella via del perdono per riscrivere il destino di tanti popoli piegati dai conflitti.
A Verona il grido 'pace' ieri sul palco è stato un mantra ripetuto all'infinito seguito però dal grande silenzio sul dramma dell'Ucraina. Quel conflitto, infatti, non è stato toccato volutamente nella scaletta del programma, probabilmente perchè in queste settimane il Vaticano sta cercando con grande fatica di incoraggiare lo scambio dei prigionieri russi e ucraini e di riportare a casa qualcuno dei tanti bambini ucraini deportati dai russi nei primi tempi del conflitto per essere progressivamente "russificati". Grande attenzione poi viene data all'imminente vertice in Svizzera al quale prenderà parte il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato. La Santa Sede sarà presente a Lucerna in qualità di "osservartore" e il suo lavoro si concentrerà solo sugli aspetti umanitari. Si tratta di passaggi diplomatici delicati e la prudenza in questo frangente ha suggerito di lasciare in disparte il nodo russo-ucraino dalla kermesse, anche per evitare il rischio di polemiche o sollevare incidenti collaterali come era accaduto in passato.
Tuttavia l'immagine iconica dell'abbraccio sul palco di Verona dei due uomini, uno israeliano e l'altro palestinese, entrambi annichiliti dalla perdita di familiari, ha posto in primo piano la forza del perdono. Maoz ha visto l'uccisione dei genitori il 7 ottobre, Aziz quella del fratello maggiore morto una ventina di anni fa nelle carceri israeliane quando era ancora un ragazzino
Nella basilica di San Pietro Papa Francesco ha di nuovo riparlato di pace, spronando i pacifisti a farsi sentire sulle piazze, a non retrocedere. «Con la stessa forza: non con prepotenza e imposizioni, e nemmeno coi calcoli e colle furbizie,ma con l’energia che viene dalla fedeltà alla verità, che lo Spirito insegna ai nostri cuori e fa crescere in noi.
Nel manifesto conclusivo dell'Arena della Pace che ha riassunto la riflessione di oltre 200 organizzazioni pacifiste, in un passaggio intitolato Pace e Disarmo, viene chiesto «il cessate il fuoco per tutte le guerre. Pratichiamo la nonviolenza -si legge -. Vogliamo la riduzione delle spese militari e la riconversione dell’industria militare, la rimozione delle armi nucleari dall’Italia e l’adesione al Trattato che le proibisce, il controllo e la trasparenza sul commercio delle armi, la costituzione di corpi civili di pace per una difesa civile. Sosteniamo l’obiezione alla guerra, la diplomazia anche dal basso, le pratiche di riconciliazione, il dialogo interreligioso, il rinnovamento dell’Onu, un’Europa attivamente neutrale».