Per Volpotti un super “Test” al Vaccaj: «Per me, che ho studiato per diventare autore, poter imparare da Saverio Marconi è stato stupendo»

Per Volpotti un super “Test” al Vaccaj: «Per me, che ho studiato per diventare autore, poter imparare da Saverio Marconi è stato stupendo»
Per Volpotti un super “Test” al Vaccaj: «Per me, che ho studiato per diventare autore, poter imparare da Saverio Marconi è stato stupendo»
di Chiara Morini
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Venerdì 19 Aprile 2024, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 09:54

Si chiude oggi, venerdì 19 aprile alle ore 21,15, la stagione teatrale del Teatro Vaccaj di Tolentino. In scena il musical “Test”, a cura della giovanissima compagnia “areAzione”, su opera originale di Simona Nolli, con la regia di Giulio Benvenuti (info: 0733960059). Tra i protagonisti in scena anche Matteo Volpotti, che ha fatto alcuni lavori anche con la compagnia della Rancia.

Gli inizi

Umbro, Matteo Volpotti ha iniziato a lavorare con la compagnia della Rancia, con il musical “Dialogo”. «Ho cominciato – spiega – con quello spettacolo, pensato e realizzato da Mauro Simone, che da sempre lavora con la compagnia. Nel 2019 ho collaborato con la Rancia per il musical Once, traducendo i testi lirici. Stando in scena sono entrato in contatto con la parte creativa e organizzativa e da lì ho seguito poi Grease, per il quale ho anche dato una mano con i provini. Mi piace la parte organizzativa del mio lavoro». Volpotti si è laureato in scienze dello spettacolo, per diventare autore e regista e, racconta: «Ho avuto anche docenti, come Ilaria Amaldi e Mauro Simone, della Rancia e mi parlavano, ovviamente, anche di Saverio Marconi. Mi chiedevo, allora, 22enne, quando avrei potuto conoscerlo. Poi è arrivata l’occasione di “Tra queste pagine: Lear”». Questo spettacolo, andato in scena la scorsa settimana sempre al Vaccaj, ha visto in scena due personaggi, un vecchio, Marconi, e un giovane, Volpotti. Tutto è nato in occasione della riscrittura della pièce.

Il ricordo

«La prima volta che ho avuto un contatto con Marconi - ricorda Volpotti - è stata una videochiamata per il Lear, o meglio per la sua riscrittura.

Ricordo che in quell’occasione mi disse: “Se ci piace come viene la faremo, altrimenti no”. Uno splendido esempio, da parte sua, di schiettezza, Saverio ha un gran rispetto del lavoro di tutti e quindi anche del mio». La grande esperienza acquisita, da parte di Marconi, è di esempio per tanti, anche per Volpotti che, commenta, «ho imparato più cose da lui in due anni di lavoro fatto dietro le quinte. Per me, che ho studiato per diventare autore e regista, poter imparare da lui, da Saverio Marconi, che ha 50 anni di esperienza alle spalle, solo con le domande che mi faceva è stato davvero stupendo. Devo dire però che lo avevo già incontrato, al termine di un musical fatto a Fabriano nel 2013, uno spettacolo che scrissi e rappresentai un po’ da “sbarbatello”, e lui c’era. Quando ci siamo incontrati non si ricordava di me, ma quello spettacolo che, mi ha detto, “non mi aveva fatto schifo”». Un momento formativo importante per la carriera di Volpotti. «Lavorare con lui – commenta – mi ha dato un approccio importante, del tipo “ho scritto questa cosa perché mi piace o perché serve allo spettacolo? Ecco, quel Lear di una settimana fa è stato un concentrato di sensi e parole. E il vecchio, il giovane e il loro rapporto simboleggiava proprio me, Marconi e i nostri incontri di confronto». Oggi sarà in scena insieme ad altri sette giovani, in un musical, Test, che lui definisce «ensemble di 8 ragazzi». Ensemble, qui intesa come rappresentazione corale, in cui tutti avranno la possibilità di aver i propri minuti da protagonisti. «Sarà un’esplosione di talento», chiude Volpotti.

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