Alluvione a Pesaro, un anno dopo: «Nessun risarcimento, qui restano solo danni»

Alluvione a Pesaro, un anno dopo: «Nessun risarcimento, qui restano solo danni»
Alluvione a Pesaro, un anno dopo: «Nessun risarcimento, qui restano solo danni»
di Letizia Francesconi
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Venerdì 17 Maggio 2024, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 18 Maggio, 07:12

PESARO L’onda lunga dell’alluvione che esattamente un anno fa ha colpito le Marche e l’Emilia Romagna, un anno dopo. Come tutti ricordano, proprio il 16 maggio 2023 arriva a cancellare la bandiera blu nella zona di levante. Anche nella nostra città, con esondazione di fossi, torrenti e canali dal centro città al Genica fino alla zona nord fra Cattabrighe e Vismara.

E se il Genica a causa delle ripetute piogge che anche dopo l’alluvione, hanno gonfiato la foce producendo ripetuti divieti di balneazione nella scorsa stagione, resta il principale indiziato della mancata conferma del vessillo, non è questo l’unico problema che resta a un anno dalla grande ondata di maltempo. 

 


In attesa


Infatti imprese artigiane e di servizi ma anche alcune famiglie attendono notizie dalla Regione e dagli uffici competenti perché di rimborsi veri di danni veri e propri non sono ancora arrivati, quando invece avrebbero dovuto essere la priorità nelle azioni del dopo alluvione. In pratica ci dicono le voci di alcune attività economiche, che nel frattempo si sono rivolte per l’assistenza alle associazioni di categoria, da un mese viene rimandato l'incontro fra associazioni ed enti con l'ufficio regionale competente. Ecco le testimonianze di chi ancora aspetta. 
A parlare sono Andrea e Barbara della Edilpieffe, impresa di materiali di costruzione di via dell'Acquabona fra Vismara e strada Fornace Mancini.

Dopo l'esondazione dei fossi vicini,una quantità mai vista prima d'acqua e f ango si era abbattuta nel capannone e nel grande piazzale esterno. Danni per 150 mila euro. «Ad un anno di distanza, poco quello che siamo riusciti a coprire anche con la nostra assicurazione - rimarcano- si perché a tutt'oggi dal servizio regionale non è arrivato alcun contributo che rispondesse alla fine di richiesta di risarcimento danni, dopo lo Stato di Emergenza riconosciuto dal Governo .

È come se in Regione, queste pratiche come la nostra e tante altre fossero messe in standby quando invece dovrebbero essere la priorità.

Nel frattempo ci siamo affidati a Cna per le procedure e le pratiche e il nostro consulente ha riferito di essere in attesa che venga convocato un nuovo incontro tecnico operativo suu rimborsi. L'ultimo nei primi di marzo scorso, ma la Regione pare che non faccia altro che rimandare.

 
Il rimedio


«Siamo riusciti dopo mesi di distanza a coprire una parte di spese vive con la nostra assicurazione ma il grosso non è stato fatto ed è per questo che serve celerità e risposte dalla Regione. Per esempio siamo stati costretti a riacquistare interamente la nostra dotazione di pc perché il server è stato pesantemente danneggiato dal fango ma anche diversi muletti, tintometro e i pesa- camion nel piazzale esterno». Chi pensa che i contributi non arrivino prima del 2025 è il titolare della Legatoria Adriatica di via Metauro a Vismara. «Ad oggi interviene il titolare Massimiliano Bernardi- abbiamo ricevuto solo un rimborso assicurativo di 45 mila euro, nel frattempo stiamo provvedendo alla domanda di rimborso danni alla Regione come da Decreto, e nella speranza di ottenere 40 mila euro che è il tetto massimo (il nostro ammontare danni però, solo di spese ripristino macchinari ed impianti ha complessivamente raggiunto i 120 mila).

Quello che invece mi lascia perplesso è che senza un canale informativo o di conoscenza preferenziale, purtroppo negli uffici regionali competenti nessuno risponde né sa dare tempi certi. E così nel marzo scorso grazie ad un mio contatto in Regione, mi è stato comunicato che avevano appena chiuso le pratiche rimborso alluvione 2022. Ragion per cui se arriveranno fondi, non credo prima del 2025. È tutt'altro che facile compilare le domande se non seguiti passo passo.

Per esempio ogni domanda deve essere accompagnata da una perizia con fatture giurate da un giudice e solo successivamente seguirà una ispezione del perito assicurativo della Regione. Dunque in sintesi, procedure nostro malgrado farraginose».
 

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