Inchiesta su presunte tangenti nel maxi appalto Asur: dopo 6 anni tutto archiviato per otto indagati eccellenti

Inchiesta su presunte tangenti nel maxi appalto Asur: dopo 5 anni tutto archiviato per otto indagati eccellenti
Inchiesta su presunte tangenti nel maxi appalto Asur: dopo 5 anni tutto archiviato per otto indagati eccellenti
di Martina Marinangeli
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Sabato 18 Maggio 2024, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 17:21

ANCONA - Nel 2019 emerge l’inchiesta sul maxi appalto Asur da 200 milioni di euro fece tremare la sanità regionale dalle fondamenta. All’allora direttore generale Alessandro Marini costò la riconferma al vertice dell’Azienda sanitaria unica regionale - il suo incarico era in scadenza - e, di fatto, gli bloccò la carriera (adesso è direttore del distretto di Senigallia). Sei anni dopo, per lui e per altri sette indagati nello stesso procedimento è arrivata l’archiviazione. 


La reazione

«Dispiace che ci siano voluti sei anni per accertare la verità», le parole dell’avvocato Roberto Marini che si fa portavoce dell’assistito omonimo.

L’inchiesta su presunti casi di tangenti per pilotare appalti sanitari pubblici tra Asur, dirigenti e imprenditori per fatti risalenti al 2017 e 2018 aveva messo nel mirino otto persone tra cui Marini e il sindaco di Castelplanio Fabio Badiali (anche lui archiviato).


I reati contestati


La Procura contestava a vario titolo i reati di corruzione, tentato abuso d'ufficio, turbativa della libertà degli incanti e tentata turbativa del procedimento di scelta del contraente. Il gip Carlo Masini ha disposto l’archiviazione per gli 8 indagati nelle scorse settimane. Per la corruzione la notizia di reato «si è rilevata infondata», si legge nelle motivazioni della richiesta di archiviazione del Pm Andrea Laurino. Per i reati fiscali, invece, «non sono stati portati in sede penale alla raccolta di elementi che consentono di formulare una ragionevole precisione di condanna».


La storia


Nel mirino era finita l’assegnazione del mega appalto da 200 milioni per le pulizie di tutte le aziende sanitarie della regione, ma anche l’affidamento del servizio lava-nolo dell’Area vasta 3 (Macerata), la gestione della ristorazione scolastica e assistenziale di Jesi e del servizio anticendio delle strutture ospedaliere di Fabriano. Ora le accuse sono cadute e gli addebiti sono stati archiviati.
 

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