«Per la frutta stagione migliore dell’anno scorso». Agricoltori ottimisti a Fermo nonostante l’inverno sia stato pessimo

«Per la frutta stagione migliore dell’anno scorso». Agricoltori ottimisti a Fermo nonostante l’inverno sia stato pessimo
«Per la frutta stagione migliore dell’anno scorso». Agricoltori ottimisti a Fermo nonostante l’inverno sia stato pessimo
di Chiara Morini
3 Minuti di Lettura
Giovedì 16 Maggio 2024, 01:20 - Ultimo aggiornamento: 12:12

FERMO C’è un cauto ottimismo tra gli operatori della Coldiretti per la stagione estiva alle porte. Dopo un inverno problematico si prevede una stagione tranquilla, sperando, spiega il presidente Coldiretti Ascoli Fermo, Stefano Mazzoni, «che non ci siano sbalzi termici, che l’estate non sia troppo calda». Ovvero temperature più basse che eviterebbero un’evaporazione dell’acqua rendendola totalmente disponibile per la pianta da frutto. Di certo la stagione invernale appena conclusa non è stata facile nella Valdaso.

La stagione

«É stata una stagione invernale drammatica – aggiunge Mazzoni – di fatto l’inverno non c’è stato, il freddo è mancato e questo per diverse specialità è un problema.

A lungo senza freddo, poi è arrivati con le temperature che si sono abbassate quando le piante erano fiorite». Dalle ciliege alle pesche, la situazione è più o meno problematica, dipende dalle specialità. «Per le mele – spiega - è presto per dirlo, per le albicocche, con il tempo della fine di aprile, problemi per la quantità di prodotto non dovrebbero esserci. Tuttavia potrebbe verificarsi, ma non è ancora quantificabile, la cascola: lo choc termico di aprile, con lo sbalzo delle temperature alle piante non ha fatto bene». Tuttavia la stagione 2024 si preannuncia migliore dell’anno scorso, quando le piogge sono state troppe.

La frutta

«La frutta c’è – aggiunge Mazzoni – se ce n’è meno ovviamente il prezzo è più alto. Ma devo dire che i prezzi eccessivamente alti non dipendono tanto dal clima, quando dalle speculazioni nella filiera e il prezzo che paga il consumatore non arriva quasi mai per intero al produttore. Mi aspetto che i prezzi saranno in linea con quelli dell’anno scorso, si vedrà, forse ci saranno problemi per le albicocche». Diverso il caso delle pere, per le quali il prezzo è alto sempre perché, soprattutto al nord, si tende a non piantarne più tante. «Chi dalle nostre parti le ha – spiega Mazzoni – può fare il risultato. La variante della Valdaso è la pera coscia, più facile da produrre, e ce ne sarà tanta». Il clima è forse la criticità maggiore per i produttori e Mazzoni dice che «ci si potrebbe assicurare contro eventi come grandine o gelate, o magari servirebbero anche incentivi regionali per le coperture anti grandine. Guardando alla siccità non ne prevediamo quest’anno, dopo marzo e la prima parte di aprile problematici, la pioggia della seconda metà del mese scorso ha permesso di recuperare. Il problema maggiore è per chi sta in collina, che non ha sistemi di irrigazione che, invece, in Valdaso abbiamo. Nelle scorse settimane guardavamo alla diga di Gerosa, dalla quale dipendiamo e che non ha mai avuto problemi, che ha ricevuto un “sollievo” dalle ultime piogge. Speriamo che le temperature durante l’estate siano più basse e quindi che l’acqua non evapori». Quanto ai costi, il territorio è piccolo e i costi per le materie prime si risentono di più. «Siamo in balia dei prezzi – dice Mazzoni – e alla fine più la filiera si allunga più i consumatori pagano di più».

© RIPRODUZIONE RISERVATA