Spazzafumo senza peli sulla lingua: «Le allerte meteo non sono esatte, il Comune però è sempre pronto»

Spazzafumo senza peli sulla lingua: «Le allerte meteo non sono esatte, il Comune però è sempre pronto»
Spazzafumo senza peli sulla lingua: «Le allerte meteo non sono esatte, il Comune però è sempre pronto»
di Marco Braccetti
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 15 Maggio 2024, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 16 Maggio, 07:28

SAN BENEDETTO «Ci dicono che pioverà molto, poi piove poco. Altre volte succede l’inverso. Abbiamo allerte-meteo spesso inesatte ma noi cerchiamo di essere sempre pronti, mettendo in campo una strategia su più fronti». Pur senza citarla apertamente, il sindaco sambenedettese Antonio Spazzafumo tuona così verso la Direzione della Protezione civile regionale a cui spetta il compito di monitorare il meteo, prevedere eventuali criticità ed emanare avvisi che coinvolgono, a cascata, le varie autorità municipali delle Marche.

Le motivazioni

Insomma, in una parte del ragionamento del sindaco, sembra riecheggiare la famosa favola “Al lupo! Al lupo!”; ossia: a furia di evocare pericoli che poi si rivelano inconsistenti, quando ne arriva uno vero, si corre il rischio di non crederci più.

Spazzafumo ha preso l’argomento durante un recente convegno sui cambiamenti climatici. Secondo gli ultimi report, San Benedetto affronta sempre più eventi metereologici brevi ma intensi. Come disinnescare queste “bombe d’acqua”? «Ho messo in cima alla lista delle priorità le manutenzioni, soprattutto dei corsi d’acqua - ha detto ancora Spazzafumo -. Mi faccio arrivare relazioni giornaliere rispetto a cosa viene fatto, perché è importante che, in caso di forti piogge, il sistema di smaltimento delle acque sia perfettamente efficiente».

Poi, in prospettiva, c’è un altro pallino del sindaco: «Occorre creare, o, meglio, ricreare, nei terreni delle zone d’assorbimento per l’acqua piovana. Dunque sottrarre spazi al cemento, per rinaturalizzare. Lo abbiamo già iniziato a fare, ma sono progetti lunghi che non si concludono certo in un quinquennio. Occorreranno almeno 15 anni». Non sarà breve neanche l’eventuale rinaturalizzazione della foce dell’Albula. Un progetto su cui il sindaco continua a puntare; idem per dei nuovi impianti anti-allagamento in più punti della Riviera, sulla cui fattibilità i tecnici di Comune e Ciip continuano a lavorare. Invece, una cosa che si può fare nell’immediato è un sistema di avviso di allagamento dei sottopassi che l’attuale amministrazione sta portando avanti. E, su questo fronte, il sindaco spinge anche verso una digitalizzazione del sistema di allertamento popolare. Insomma: in caso di calamità naturale, il Comune deve avere gli strumenti operativi per arrivare, tempestivamente, a comunicare con quanti più cittadini sia possibile.

Le tipologie

Va detto che il Piano comunale di Protezione civile ha individuato cinque tipologie diverse di rischi per il comprensorio sambenedettese: neve, sismico, idrogeologico, inquinamento costiero e rischio incendi. Ovviamente, una comunicazione massiva sarebbe utile anche in un’ottica di prevenzione, purché non si verifichino falsi-allarmi. E, su questo fronte, si torna al lamento iniziale del sindaco. In ogni modo: i social-network e gli smartphone sono già delle ottime piattaforme, considerando che ormai, quasi ogni cittadino ha con sé un dispositivo mobile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA