​Alla ricerca
della Basilica perduta

​Alla ricerca della Basilica perduta
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Mercoledì 15 Gennaio 2014, 06:45 - Ultimo aggiornamento: 06:46
FANO - Un vecchio mito sta per essere sfatato. La Basilica di Vitruvio a Fano esiste veramente? A sciogliere questo dubbio su cui si sono confrontati, studiosi di tutte le nazionalit, si proporr un'indagine sul territorio che sar effettuata con i pi moderni mezzi della ricerca archeologica. Ieri è stata firmata una convenzione tra la Provincia di Pesaro e Urbino, il Comune di Fano, la Soprintendenza ai Beni Archeologici delle Marche, le Università di Ancona e di Urbino e il Centro Studi Vitruviani per ricercare i possibili resti della Basilica di Vitruvio, descritta dal celebre architetto romano nel suo "De Architectura".



Il passo, purtroppo è controverso e potrebbe essere stato rimaneggiato in seguito alle successive trascrizioni che nel Medio Evo sono state fatte del codice originario. L'interpretazione prevalente è comunque quella che vede nella antica Fanum Fortunae la città in cui fu costruita la basilica, nota nell'antichità per la sua impostazione architettonica e considerata nel Rinascimento come simbolo del Classicismo. A presentare l'iniziativa, dopo aver firmato la convenzione sono stati gli assessori alla Cultura di Provincia e Comune, rispettivamente Davide Rossi e Maria Antonia Cucuzza, il Soprintendente Mario Pagano, i docenti degli atenei Paolo Clini (Politecnico di Ancona) e Valeria Purcaro (Università di Urbino) e il vice presidente del Centro Studi Vitruviani Dino Zacchilli. Al progetto è stato posto il nome di "ArcheoFano - Vitruvio".



La Provincia finanzierà la ricerca con un contributo di 20.000 euro, il Comune di Fano metterà a disposizione le aree, mentre Soprintendenza e Università contribuiranno con le loro ricerche d'archivio e sul terreno. Queste ultime verranno effettuate nel sottosuolo attraverso il georadar, una metodologia non invasiva che, analizzando le riflessioni di onde elettromagnetiche trasmesse nel terreno, permette di rilevare evidenze archeologiche fino a 6 - 7 metri di profondità. Le aree da sondare sono quelle prossimo al luogo dove si ritiene si nasconda l'area del foro romano: il chiostro del monastero delle Benedettine, piazza Avveduti, piazza Andrea Costa dove già nella prima metà del secolo scorso sono state rinvenute statue oltremodo significative, come quella dell'imperatore Claudio, conservata nei musei civici, e il giardino interno tra le vie Nolfi e Vitruvio, dove la tradizione popolare parla della esistenza di un colonnato che lascerebbe pensare alla esistenza della basilica.



Si trovi o no quest'ultima, l'indagine contribuirà a ridefinire la pianta archeologica della città, ponendo in relazione le aree già scavate. Essa sarà preceduta da indagini e acquisizione delle fonti bibliografiche e da elaborazioni grafiche preventive a supporto delle ricerche geofisiche e si concluderà con la pubblicazione dei risultati.
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