«Pasolini, umano e coraggioso». Ninetto Davoli martedì racconta Pier Paolo al cine-teatro Cecchetti di Civitanova

«Pasolini, umano e coraggioso». Ninetto Davoli martedì racconta Pier Paolo al cine-teatro Cecchetti di Civitanova
«Pasolini, umano e coraggioso». ​Ninetto Davoli martedì racconta Pier Paolo al cine-teatro Cecchetti di Civitanova
di Chiara Morini
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Domenica 21 Aprile 2024, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 12:14

Pasolini raccontato da chi con lui ha lavorato 13 anni. Martedì, 23 aprile, alle ore 17,30 al cine-teatro Cecchetti di Civitanova Marche arriverà Ninetto Davoli, uno dei grandi interpreti del cinema pasoliniano. L’incontro, terzo appuntamento della rassegna “Un corsaro in forma di rosa”, promossa dall’IIS Da Vinci, con il Civitanova Film Festival, il museo Magma ed Esteuropa Ovest, è a ingresso libero. 

Ninetto Davoli, come ha conosciuto Pasolini?

«Da ragazzino ho fatto “sega” al lavoro e con gli amici ho girato per Roma. Arrivati ad Acquasanta siamo andati a vedere: c’era come una festa, il piccolo monte era pieno di gente. Stavano girando “La Ricotta” di Pier Paolo. Quando ci hanno visti, volevano allontanarci, poi mio fratello che lavorava lì come attrezzista vedendomi ha detto: “Vieni ti presento il regista”. E Pier Paolo mi ha fatto una carezza in testa. Mi è rimasto subito simpatico. Dopo un po’ di tempo mi ha chiamato per una parte nel film “Il Vangelo secondo Matteo”. Non volevo, ma Pier Paolo Pasolini mi ha convinto a fare una piccola parte dove non recitavo. Poi mi ha chiamato per “Uccellacci e uccellini” con Totò e per altri film».

La sua con Pasolini è stata anche amicizia?

«Sì, è stato bello, sono stati 13 anni carichi di entusiasmo con Pier Paolo. Io venivo dalla periferia e ho avuto l’impatto di conoscere personaggi “impossibili”».

Che regista e che persona era?

«Una personalità unica al mondo per la sua bontà, saggezza, umanità, coraggio di fare e dire. Oggi tutti sembrano condizionati dal sistema, Pasolini esprimeva il suo pensiero senza compromessi. Come regista che devo dire? Sono di parte, ha avuto il coraggio di fare un cinema che non si era visto mai, si veda per esempio “Decameron”: Pasolini è stato il primo a fare il nudo nel cinema. É stato un regista “folle”, criticato e amato».

Cosa ricorda di più di lui?

«Non una cosa sola, ma con lui è stato tutto un aneddoto, ricordo tutto anche quando si cercavano i luoghi per fare i film».

Cosa direbbe se oggi fosse a Roma e nel resto del paese e del mondo?

«Direbbe “questo mondo è una fetenzia”.

Lo diceva pure allora, quando affermava di credere nel progresso ma di avere fiducia pari a zero nell’evoluzione e quando diceva che il consumismo era la rovina del mondo. Ormai tutto è controllato».

Prima ha detto di aver girato con Totò, come lo ricorda?

«Io da ragazzino Totò lo vedevo al cinema: il mio primo film con lui per me è stato un evento meraviglioso, adoravo Totò. Lui era una persona meravigliosa, mi sembrava di stare con mio padre, era molto umano».

Come vede il cinema oggi?

«Oggi il cinema appare meno libero. La gente sembra condizionata da un certo tipo di prodotto. Le persone non si sforzano di capire quello che c’è di qualità e non si scrivono film come quelli».

Se non avesse saltato il lavoro e quindi non avesse conosciuto Pier Paolo Pasolini, Ninetto Davoli chi sarebbe stato?

«Quando allora lavoravo facevo il falegname, per la precisione il restauratore di mobili. Una passione che ancora ho tanto che tutt’ora, in casa, quando sono libero e c’è da fare qualcuno di questi lavoretti li faccio da solo. Mi piace moltissimo l’artigianato creativo e la manualità per fare queste cose».

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