Gite scolastiche troppo care: «Nelle Marche resta a casa uno studente su tre»

Gite scolastiche troppo care: «Nelle Marche resta a casa uno studente su tre»
Gite scolastiche troppo care: «Nelle Marche resta a casa uno studente su tre»
di Maria Cristina Benedetti
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Lunedì 20 Marzo 2023, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 17:31

ANCONA Sofferta come un’onta, nell’età che dovrebbe essere quella della levità. La disuguaglianza sociale passa anche attraverso il rifiuto obbligato d’una gita di classe. Un lusso per studenti e studentesse, figli di famiglie condizionate da stipendi medio-bassi, con l’inflazione che spinge i costi alle stelle. Per Riccardo Rossini è una criticità trasversale: «Sono tante le scuole toccate dal problema. Sempre più spesso si devono fare i conti con redditi ridotti e aumenti». 

 


La formula 


Indica la distanza che intercorre tra la necessità e la privazione, il preside dell’istituto tecnico agrario Cecchi di Pesaro e presidente regionale dell’Anp, l’associazione che li riunisce, i presidi: «Ci siamo chiesti come risolverlo. I viaggi sono importanti dal punto di vista didattico e di socializzazione tra i ragazzi. Un’occasione unica per i docenti che vedono i giovani al di fuori dell’aula». Tenta con una formula basica: «Abbiamo ridotto i giorni, cinque e non più sette. Una scelta che non intacca il valore dell’iniziativa e la rende più accessibile». Rossini ordina la griglia delle cifre: «Per un tour didattico si posso spendere dai 450 ai 550 euro, tutto compreso, a seconda che si viaggi in pullman o in aereo. Prezzi competitivi, che non tutti posso sostenere». Motivo per cui il preside, in attesa di un sostegno nazionale, attiva il piano B: «Abbiamo creato un fondo di solidarietà che si alimenta con le risorse della scuola e si integra con la disponibilità di chi può pagare una quota di partecipazione più alta. Sono sufficienti 5 o 10 euro in più». 


L’interrogazione 


Entusiasmo, autonomia e responsabilità, l’esperienza più bella oltre i banchi finisce in Parlamento. Per voce e volontà di Elisabetta Piccolotti dell’Alleanza Verdi Sinistra, che presenterà un’interrogazione. Anticipa la contromossa: «Stiamo preparando una proposta di legge affinché sia istituito un fondo per aiutare le famiglie in difficoltà a pagare gite e libri». 
Ripassa la formazione, Laura Trucchia.

Tre figli, due alle medie e uno che frequenta l’ultimo anno del liceo classico, al Rinaldini di Ancona. L’equivalente di due settimane bianche, per i più piccoli, e una escursione in Grecia per il più grande. Uno sull’altro, sono almeno 1.200 euro. La mamma del gruppo analizza il dato: «Il rapporto qualità-prezzo è conveniente e inoltre se quelle stesse gite le avessimo dovute organizzare noi, una famiglia di cinque persone, sarebbe stato davvero impegnativo economicamente». Da responsabile Marche del Coordinamento genitori democratici qual è, va oltre il suo status: «C’è chi non può permettersi simili somme, molti hanno dovuto rinunciare. Chiediamo che il ministero crei un fondo e una graduatoria, per stabilire gli aventi diritto». La sua convinzione è ferrea: «La gita scolastica non può essere un affare di nicchia». Si batte in quella stessa trincea d’eguaglianza suo marito, Fabrizio La Rocca. Da presidente del consiglio d’istituto del Rinaldini sottoscrive ogni passaggio: «La scuola pubblica non può essere classista, piuttosto deve offrire le stesse opportunità a tutti. Sì, intervenga lo Stato, con un contributo dedicato». 


Il boom 


È un doppio punto di vista quello proposto da Cinzia Pettinelli, dirigente scolastico dell’Istituto di istruzione superiore Orsini-Licini. Ad Ascoli è la sintesi dei licei scientifico e artistico. «Quest’anno, dopo due anni di restrizioni-Covid, c’è stato un boom». Ricorda la settimana bianca da 700 euro, alla quale hanno detto sì in 270, e il successo dello stage linguistico da sette giorni a Malta, 750 euro. «Devo ammettere, tuttavia, che le adesioni sono soprattutto quelle dei ragazzi dello scientifico». Da qui deriva la sua riflessione: «È giusto proporre ciò che può generare emarginazione? Viceversa, è corretto non offrire esperienze formative?». Dubbi, i suoi, alla ricerca dei possibili correttivi.  Esalta il fattore socializzazione, Francesco Savore. Il dirigente scolastico dell’Istituto tecnico dorico Vanvitelli-Stracca-Angelini ristabilisce le priorità: «È un elemento che sarebbe grave disperdere. Vorrei sollecitare un meccanismo statale per calmierare i prezzi dei viaggi didattici. Dopo il Covid sono aumentati del 15-20%». Per i ragazzi delle sue quinte classi, ad aprile, sarà destinazione-Barcellona: 600 euro per sei giorni, nave+pullman. L’amarezza: «Di novanta che sono, partiranno in sessanta». Un terzo resterà a casa. Nella trincea della diseguaglianza.
 

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