Il Tar del Lazio ha deciso: «Via libera per i rimborsi ai beffati di Banca Marche»

Il Tar del Lazio ha deciso: «Via libera per i rimborsi ai beffati di Banca Marche»
Il Tar del Lazio ha deciso: «Via libera per i rimborsi ai beffati di Banca Marche»
di Martina Marinangeli
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Domenica 19 Marzo 2023, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 16:17

ANCONA  - Uno squarcio di luce, un lampo di speranza per i beffati di Banca Marche. Il Tar del Lazio ha riconosciuto il diritto degli azionisti dell’ex istituto di credito, dichiarato fallito nel 2016, a partecipare alla procedura di indennizzo dalla quale erano stati finora esclusivi e ha condannato la Commissione Tecnica istituita dal Mef a riaprire l’istruttoria per l’ottenimento dell’indennizzo previsto dalla legge istitutiva del Fondo indennizzo risparmiatori. 

 
I rimborsi


Dopo il crack di Banca Marche e delle altre banche del Centro Italia (Carife, Banca Etruriae Carichieti) e del Veneto (Popolare di Vicenza e Veneto Banca), infatti, nel 2018 il Governo aveva istituito il Fir per risarcire azionisti e obbligazionisti.

Avevano presentato la richiesta 150mila risparmiatori su circa 500mila azionisti coinvolti e la maggior parte di essi aveva ottenuto il rimborso previsto dalla normativa. Per alcuni, tuttavia, la Commissione aveva rigettato l’istanza di indennizzo, ritenendo non provata la sussistenza delle violazioni massive, requisito necessario per ottenere il rimborso.

Archiviata la sentenza di condanna per il crac di Banca Marche, con il riconoscimento in primo grado - lo scorso gennaio - delle responsabilità di 6 imputati, per le 3.200 parti civili costituite si era aperto un altro capitolo: quello dei risarcimenti. Il collegio penale di Ancona aveva decretato che sarebbe stato il giudice civile a quantificare la somma spettante a chi ne ha diritto. Al di là delle provvisionali riconosciute per un massimo di 15mila euro.

Una strada che si presentava in salita, ma ora agli azionisti di Banca Marche beffati dalla decisione sul Fir, assistiti da un pool di legali dell’Unione Nazionale Consumatori - gli avvocati Carlo Canafoglia, Corrado Canafoglia e Salvatore Menditto del Foro di Ancona - si aprono le porte dell’indennizzo. Con 15 sentenze, pubblicate il 16 e il 17 marzo, il Tar del Lazio ha accolto i ricorsi, riconoscendo fondati i motivi proposti dai legali e ritenendo che il provvedimento di diniego risultasse «viziato da un’evidente violazione di legge, oltre che affetto da eccesso di potere per difetto di istruttoria e motivazione».


La sentenza


La giustizia amministrativa ha ordinato al Ministero di «conformarsi in via esecutiva» alla decisione adottata. «Il presupposto del Fondo di indennizzo dei risparmiatori è proprio la sussistenza di diffuse violazioni massive che hanno causato l’azzeramento delle azioni di tutte le banche risolute, tra le quali appunto Banca Marche, per cui queste numerose sentenze del Tar Lazio ripristinano la volontà del legislatore - spiega l’avvocato Canafoglia -. Non bisogna dimenticare che di tali violazioni massive si è avuta ulteriore conferma con la recente sentenza del Tribunale Penale di Ancona, che ha condannato i vertici della Banca a 118 anni complessivi di reclusione». 


Gli inadempimenti


L’esistenza di tali inadempimenti diffusi messi in opera dagli istituti di credito, come sostenuto nei ricorsi e riconosciuto dal Tar, avrebbe dovuto portare alla valutazione positiva delle istanze di indennizzo. «Si è dato finalmente il giusto riconoscimento al diritto degli azionisti - concludono i legali - e le sentenze del Tar Lazio si segnalano per essere le prime emesse sulla questione, che non risultava essere stata mai portata in sede giudiziale». Nel Fondo - che però al momento è chiuso - è rimasto un tesoretto di circa 500 milioni di euro a cui ora i beffati di Banca Marche possono sperare di accedere.

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