Moncaro-Colonnara, prima la diffida poi il divorzio tra le cooperative

Moncaro-Colonnara, prima la diffida poi il divorzio tra le cooperative
Moncaro-Colonnara, prima la diffida poi il divorzio tra le cooperative
di Veronique Angeletti
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Martedì 16 Aprile 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 15:16

ANCONA Da ieri, sancito il divorzio tra le cooperative Colonnara di Cupramontana e Terre Cortesi-Moncaro di Montecarotto. Colonnara non ha ottemperato alla diffida inviata cinque giorni fa dalla Moncaro di consegnare 81 mila bottiglie di spumante e vino frizzante e 102 ettolitri di vino verdicchio doc biologico base spumante.

«E ciò per ragioni prettamente tecniche», afferma Stefano Coppola, il presidente della Colonnara.

Spiega che le bollicine richiedono cisterne isobariche, autoclave isobariche, impianti speciali isobarici d’imbottigliamento che la Moncaro non ha.

«Quanto alle bottiglie confezionate – aggiunge - la Moncaro non ha fornito né bottiglie, né tappi, né capsule, né etichette. Ma l’assurdo è che sono anni che le nostre cooperative sono consorelle e si sostengono mutualmente. A maggior ragione questi ultimi anni, con i costi che sono lievitati e calati i conferimenti per colpa dei cambiamenti climatici. Cosa che sa bene l’attuale presidente della Moncaro Donatella Manetti, che è pure al corrente dei cospicui crediti che Colonnara vanta nei confronti della sua cooperativa». Un divorzio costoso. Le lavorazioni di Colonnara consentono alla Moncaro di avere una quota nel mercato delle bollicine grande 100 mila bottiglie all’anno di spumante e 500 mila bottiglie di un vino frizzante bianco, il secondo più venduto in Italia.

«Moncaro è un collettore di vino e di fatturato», ricorda Coppola che fino a pochi mesi fa era revisore dei conti nella coop di Montecarotto ed oggi è in aperto contrasto. È tra i 107 soci Moncaro firmatari - a titolo personale e come Colonnara - della richiesta di un’assemblea generale il 27 aprile per revocare l’attuale cda della cooperativa di Montecarotto. Quindi, è tra gli esclusi dal libro socio per decisione univoca presa venerdì scorso dal nuovo Cda dopo il burrascoso consiglio del 27 febbraio che si è concluso con la sfiducia al presidente storico Doriano Marchetti.

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