Frena la crescita industriale ma tiene il made in Marche. Flessione nel primo trimestre

Il presidente regionale di Confindustria Cardinali: «Battuta d’arresto da attenzionare, ma non è tutto nero»

Frena la crescita industriale ma tiene il made in Marche. Flessione nel primo trimestre
Frena la crescita industriale ma tiene il made in Marche. Flessione nel primo trimestre
di Martina Marinangeli
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Martedì 30 Maggio 2023, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 11:57
ANCONA La frenata dopo l’anno dei record. L’industria manifatturiera regionale apre il 2023 con l’attività produttiva e commerciale in moderato calo rispetto ai livelli rilevati nello stesso periodo del 2022. Secondo i risultati dell’indagine trimestrale condotta dal Centro studi Giuseppe Guzzini di Confindustria Marche, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, nel trimestre gennaio-marzo 2023 la produzione industriale ha registrato una flessione dell’1,1% su base tendenziale, risultato più debole di quello osservato a livello nazionale (+0,5%).  


I settori


Il dato medio riflette dinamiche molto simili tra i diversi settori dell’economia, che hanno fronteggiato un quadro congiunturale in progressivo deterioramento, nonostante il differente profilo della domanda settoriale. «I risultati dei principali settori - spiega il presidente di Confindustria Marche Roberto Cardinali – sono stati influenzati dalla forte incertezza della situazione economica che si è osservata in apertura del 2023. In questo scenario, le difficoltà che ancora permangono sui mercati di approvvigionamento, insieme alla crescita dei costi dei fattori, inclusa l’energia, comprimono sensibilmente la flessibilità di azione delle imprese e ne condizionano le prospettive a breve termine». 


Il commercio


Per quanto riguarda l’attività commerciale complessiva, l’andamento delle vendite in termini reali ha registrato un calo del 4,1% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Sul mercato interno la contrazione è del 3,3% rispetto al primo trimestre dello scorso anno, ma fanno registrare risultati positivi alcuni settori come quello dei minerali non metalliferi, della meccanica e del tessile e abbigliamento. Un po’ più sensibile il calo delle vendite sull’estero, che si attesta sul -5,3% rispetto al primo trimestre 2022. Resta positiva la dinamica per il comparto alimentare ed il tessile abbigliamento, mentre gli altri settori rimangono stazionari o evidenziano una flessione. Nella media del trimestre gennaio-marzo 2023, i livelli occupazionali sono aumentati moderatamente (0,2%), con andamenti positivi nell’alimentare, tessile abbigliamento e, in maniera più contenuta, calzature e legno e mobile. Sul fronte del mercato del lavoro, invece, ci sono spiragli positivi: le ore di cassa integrazione nello stesso periodo hanno subito una diminuzione del 21,1% rispetto al primo trimestre 2022, passando da 4,5 a 3,5 milioni. 


Come si recupera


«Una frenata che va attenzionata, soprattutto in una regione come la nostra che non può permettersi si perdere competitività», il monito del numero uno degli industriali marchigiani Cardinali. Che però non cede al pessimismo e traccia la rotta per ribaltare l’equazione: «Dobbiamo impiegare al meglio la grande quantità di risorse che sta arrivando nelle Marche», tra Pnrr e Fondi europei 2021/2027. «Come regione in transizione abbiamo anche più fondi dalla programmazione europea. La questione è mettere a frutto questi finanziamenti: spenderli subito e spenderli bene». Il mantra da tenere bene a mente. E sul contingente guarda al bicchiere mezzo pieno: «Non è tutto a tinte scure: ci sono cose che vanno meglio e cose che vanno meno bene. Ma di sicuro non ci possiamo permettere la frenata». Il monito che ritorna.
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