Porto Recanati ricorda il pescatore disperso. La moglie di Castellani: «Associazione in suo nome»

Porto Recanati ricorda il pescatore disperso. La moglie di Castellani: «Associazione in suo nome»
Porto Recanati ricorda il pescatore disperso. La moglie di Castellani: «Associazione in suo nome»
di Michele Raffa
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Lunedì 19 Febbraio 2024, 04:45 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 07:09

PORTO RECANATI Sono trascorsi quattro anni dalla scomparsa di Vincenzo Castellani, pescatore 51enne di Porto Recanati uscito all’alba del 21 febbraio 2020 con la sua barca senza mai fare più ritorno da quel mare Adriatico tanto amico, quanto nemico che quel corpo non lo ha mai restituito. Il suo ricordo oggi è ancora vivo grazie alla forza e al coraggio della moglie Anna Rombini - alla quale il marito aveva dedicato anche il nome dell’imbarcazione - che ha costituto un’associazione chiamata “Amici di Vincenzo”.

L’obiettivo

L’obiettivo è quello di supportare tutte quelle persone e famiglie che si sono trovate a vivere il suo stesso dolore.

Come accade ormai da tre anni a questa parte, ieri nella chiesa San Giovanni Battista di Porto Recanati è stata celebrata da don Luca una messa per ricordare tutti i pescatori scomparsi in mare. Dopo l’omelia la cerimonia al monumento dedicato ai pescatori in via Palestro. Un momento toccante a cui è seguito il lancio di una corona di fiori in mare con scritto «Le famiglie nel ricordo sempre vivo». Alla cerimonia era presente anche il consigliere regionale Giacomo Rossi. «Il Comune di Porto Recanati – racconta Anna Rombini con la voce rotta dalla commozione – ha indicato simbolicamente la terza domenica di febbraio come la giornata dedicata a tutti gli scomparsi in mare. I portorecanatesi vivono di pesca, mi viene in mente il 1935 quando il mare grosso portò via tanti pescatori.

Una tragedia che viene raccontata dettagliatamente nel libro del nostro sindaco Andrea Michelini. Ci sono tanti scomparsi anche nella lontana Argentina, quando la gente andava via da Porto Recanati per cercare fortuna dall’altra parte dell’oceano. Questa giornata non è dedicata solo a Vincenzo, ma a tutti loro. Grazie all’associazione nata un anno fa – continua la vedova - molte persone lasciate sole nel proprio dolore, finalmente hanno avuto modo di aprirsi, raccontare e quindi condividere il proprio dolore. Quando l’associazione ha iniziato a farsi conoscere, si sono avvicinate anche le marinerie delle cittadine limitrofe per contribuire a portare avanti questo progetto. Se ne parla sempre molto poco. Spesso non si sa cosa dire, il mio obiettivo è proprio quello di incontrare queste persone e farci forza l’un l’altro».

L’impegno

Da quattro anni a questa parte Anna Rombini non si è mai arresa anzi, nel dolore ha trovato la forza di andare avanti rimboccandosi le maniche nel nome di suo marito Vincenzo. Ha trasformato il suo dolore in forza non solo per se stessa, ma anche per aiutare gli altri. «Per essere pescatore devi essere coraggioso, accanto a un uomo così ci deve essere una donna altrettanto forte. E noi lo siamo».

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