MACERATA Animali selvatici e danni alle coltivazioni. Coldiretti Macerata lancia l’allarme: «Controlli insufficienti e cinghiali scatenati. Devastati campi a Sarnano, occorre un nuovo piano di controllo». Branchi da oltre trenta capi e intere coltivazioni distrutte con il grande punto interrogativo delle colture, in pieno sviluppo, di grano e orzo. Nei giorni scorsi in località Schito di Sarnano, al confine tra Gualdo e Amandola, un intero campo di erba medica appena seminata con concime biologico a base di fondi di caffè è stato letteralmente preso d’assalto e all’agricoltore è rimasta solo la devastazione e tanto amaro in bocca.
La situazione
Una situazione peggiorata - secondo Coldiretti - dopo che il Tar delle Marche ha escluso dal piano regionale di controllo degli ungulati la cosiddetta braccata, ovvero la presenza di almeno due o più cani, tra le tecniche di selezione. «Da quando le squadre chiamate a questa attività sono state costrette ad adoperare un solo cane – spiega Giordano Nasini, direttore di Coldiretti Macerata – i danni sono ripresi in maniera consistente».
Gli incidenti
Senza contare la pericolosità della loro presenza sulle strade e i numerosi sinistri: l’osservatorio Asaps ha contato ben undici incidenti con feriti gravi nelle Marche. «È tempo che la Regione, visto che il piano è scaduto nel 2023 ed è stato prorogato, si doti di un nuovo documento che renda più incisivo il contrasto attraverso un ripensamento degli Atc, snellendo le procedure per i risarcimenti agli agricoltori per i danni subiti da fauna selvatica e il potenziamento dei mezzi di prevenzione» commenta il presidente di Coldiretti Macerata, Francesco Fucili. Coldiretti nei giorni scorsi ha lanciato una mobilitazione nazionale sul punto per varare piani straordinari di contenimento. «A differenza di altri imprenditori l’agricoltore è costretto a queste situazioni e quindi condannato a non poter programmare - spiega Mauro Tidei, l’agricoltore danneggiato in questo caso - a dover optare per colture meno remunerative perché meno appetibili dai cinghiali. Il tutto a scapito dello sviluppo stesso dell’attività». L’allarme riguarda quindi diversi settori: da quello principale dell’agricoltura alla viabilità fino alla sicurezza, dal momento che capita sempre più spesso di avvistare i chinghiali nelle zone abitate e sempre più vicini ai centri cittadini. Una situazione a cui spesso, non solo Coldiretti, ma anche altre associazioni hanno più volte acceso i riflettori su una emergenza che ha al più presto bisogno di un intervento.