Civitanova, ancora polemiche: «Bolkestein? Giù le mani dalle spiagge. Serve una legge per tutelare il settore»

Civitanova, ancora polemiche: «Bolkestein? Giù le mani dalle spiagge. Serve una legge per tutelare il settore»
Civitanova, ancora polemiche: «Bolkestein? Giù le mani dalle spiagge. Serve una legge per tutelare il settore»
di Emanuele Pagnanini
4 Minuti di Lettura
Sabato 4 Maggio 2024, 01:50 - Ultimo aggiornamento: 11:44

CIVITANOVA L’estate è alle porte ma l’animo degli operatori balneari è come quello dei “Soldati” descritto da Ungaretti: “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”. Confusione e incertezza aumentano alla luce della sentenza del Consiglio di Stato mentre si lavora per la stagione. Tutta la categoria, però, è consapevole che l’unica via d’uscita è una riforma del demanio: una base normativa che possa tutelare un intero settore.

Le voci

Andrea Ruffini (Antonio numero 1) fa parte del Popolo Produttivo, movimento che segue da tempo la questione Bolkestein. «Con la nuova sentenza – spiega – il Consiglio di Stato rafforza quello che già aveva detto.

Finora ci si basava sulla legge Draghi che permetteva una deroga tecnica per predisporre i bandi. In pratica permetteva di avere tempo per arrivare a una riforma completa e organica che comprendesse anche laghi e fiumi. Ora, è chiaro che ai giudici non piacciono le deroghe. Come Popolo Produttivo abbiamo chiesto l’applicazione dell’articolo 10 del regolamento di attuazione del Codice della navigazione: permette concessioni temporanee, non sono deroghe. Una strada che stanno percorrendo in Calabria e Puglia. Tutto in attesa di un quadro normativo serio che tuteli il settore. In caso contrario, al 31 dicembre sarebbe il caos sotto ogni punto di vista: la distruzione di un settore economico». Marusia Ciavattini (Dal Veneziano) è un'altra operatrice storica, una concessione lunga 55 anni. «Qui è la mia vita – spiega – parliamo di generazioni che hanno creato un settore produttivo dove non c’era nulla. All’inizio nessuno voleva la spiaggia, le concessioni le tiravano. Abbiamo lavorato sodo, ipotecato case, preso mutui, pagato l’Imu su una cosa che, ci dicono, non è più nostra. Se ci penso, divento matta. Non si può lavorare senza sapere cosa succede tra cinque mesi, quando potrebbero toglierti tutto. E non si tratta solo della perdita di un lavoro, ma di molto di più. L’incertezza è la cosa peggiore. Senza una legge in materia, di cosa parliamo? E non può essere che ci sia lo stesso trattamento per la Liguria e la Toscana, dove si paga l’ingresso in spiaggia. Io guardo alla mia città dove i chioschi offrono servizi (bagni, docce) anche a chi non è cliente, dove si può ascoltare musica senza consumare, dove è iniziata la raccolta differenziata in tutta la provincia».

L’impegno

Marco Scarpetta (Raphael Beach) ha preso parte alla manifestazione a Roma dell’11 aprile e sul suo profilo ha postato un intervento del presidente del Sib, Capacchione. «Ci vuole una legge, questa sentenza non cambia nulla, sono aspetti che conoscevamo. Dice che non sono ammesse deroghe alla Bolkenstein ma anche che in queste condizioni non si possono fare bandi perché mancano le basi normative. Ed è una situazione che fa male a tutti: ai fornitori, alle banche, agli enti locali. Serve una legge immediata che tuteli il settore in attesa di una riforma seria del Demanio. Come tutelarci? Questo lo devono indicare le alte sfere, i giuristi, gli economi e la politica. Adesso tutti, da quelli più europeisti a chi era legato ad un partito, si sono resi conto che ci vuole una legge. E il governo non può continuare a traccheggiare. Nel frattempo dovremo fare ginnastica per continuare a sorridere ai clienti». Altro esercente balneare storico è Gianni Lorenzetti (la Bussola). «Quest’anno festeggio i 30 anni di attività, fortunatamente mi ci hanno fatto arrivare, mi sarebbe dispiaciuto chiudere a 29. È chiaro, siamo preoccupatissimi. E lo siamo tutti. La cosa che mi ha fatto più male, tuttavia, è vedere come alcuni Comuni hanno pubblicato i bandi pur in assenza di norme certe - prosegue nel suo intervento Gianni Lorenzetti -. Forse c’è proprio un odio verso la categoria. Eppure noi lavoriamo, pagando quello che c’è da pagare. La logica direbbe di fermarsi a riflettere ma il cuore dice di andare avanti. Così, anche quest’anno, qualche piccolo investimento l’ho fatto, qualche miglioria l’ho apportata», conclude l’operatore balneare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA