SAN BENEDETTO - Soprattutto: totale mancanza di civiltà. Non c’è altro modo per definire la benzina interiore che muove lo spirito dei tanti imbrattamuri, sempre più padroni della città. Complice la consapevolezza di non essere puniti (mai che si riesca a individuarne uno, nonostante ne agiscano a decine) i vandali armati di vernici spray o pennarelli imperversano in lungo e in largo. Monumenti, muri e arredi pubblici: nulla è risparmiato dall’azione dei teppisti.
La strategia
L’amministrazione guidata dal sindaco Spazzafumo sembra non aver ancora delineato una chiara strategia di contrasto verso questo odioso fenomeno. «Facciamo tanto per accrescere una cultura del senso civico, ma poi vediamo che ci sono ancora persone che si comportano in questo modo scellerato, dimostrando di non amare la città» afferma il primo cittadino che, recentemente, ha dovuto osservare una nuova declinazione di questo particolare degrado urbano.
Le carenze
Manca una strategia complessiva su come frenare tale fenomeno. Qualche idea? Ai tempi dell’amministrazione Gaspari, i giovani di Forza Italia proposero d’istituire limiti alla vendita di bombolette di vernice spray. Un’idea che - se considerata in termini di Città-Territorio (ossia San Benedetto ed il suo hinterland) - potrebbe anche avere degli effetti positivi. Durante l’amministrazione Piunti, poi, si lavorava a degli incentivi economici per i cittadini che spendevano soldi per ripulire spazi privati con impatti sulla collettività (come i muri esterni delle case) ma, anche in questo caso, non s’è data continuità.