L’Arma nel dna
Ci apre le porte della sua casa in via Campania, dove vive circondato dall'affetto di Valeria e Vito. I ricordi sono ovunque, dalle foto di famiglia alle onorificenze. Perché l'arma dei carabinieri è nel dna di famiglia: «Mio zio è stato carabiniere, mio nonno è stato carabiniere a cavallo - racconta la figlia Valeria mostrandoci le foto di famiglia - ci sono i nipoti che hanno fatto parte della compagnia di Ancona».
Il resistenza ai tedeschi
Uomo sensibile e lucido, il brigadiere non nasconde le sue emozioni quando racconta i suoi anni più difficili: «Per me il ricordo terribile è quello delle Fosse Ardeatine dove sono riuscito a nascondermi per non farmi prendere dai tedeschi, molti dei miei colleghi e superiori sono stati arrestati e sono morti.
Due quotidiani al giorno
Oggi il brigadiere ama trascorrere le sue giornate leggendo almeno due quotidiani al giorno, senza rinunciare ad una sana passeggiata: «Non mi alzo tanto presto la mattina, faccio le mie cose, poi una sana passeggiata in giardino. Debbo leggere almeno due giornali al giorno, dedico un'ora e mezza alla lettura di Corriere Adriatico e Messaggero». Un compleanno molto speciale quello trascorso da Guerino, che ha ricevuto anche la visita del sindaco di San Benedetto del Tronto Antonio Spazzafumo nonché quella del comandante provinciale di Ascoli Piceno, colonnello Domenico Barone, del comandante di San Benedetto capitano Francesco Tessitore e del comandante della stazione luogotenente Pasqualino Palmiero, che gli hanno consegnato in dono, da parte del comandante, il generale di Corpo d'Armata Teo Luzi, una lettera di auguri e un tagliacarte con lo stemma dell'Arma dei Carabinieri.