FABRIANO Due mesi di condanna, pena sospesa, e una provvisionale da 10mila euro da versare all’azienda. È finito così il processo incardinato dalla procura nei confronti di un ex manager Elica, finito a processo con l’accusa di aver inviato al lavoro falsi certificati medici. Si procedeva con l’abbreviato.
I fatti
Per quasi quattro mesi, da fine ottobre 2021 alla prima decade di febbraio 2022, l’ex manager sarebbe stato assente per «uno stato ansioso depressivo».
Nel primo certificato, oltre alla patologia da stress, il medico aveva indicato la necessità di sottoporre il paziente a una visita neurologica. Erano stati prescritti gli ansiolitici. A novembre 2021 era stato uno psichiatra a visitarlo, riscontrando che un episodio psico traumatico aveva peggiorato la sua condizione. «Una patologia inventata di sana pianta» aveva fatto presente l’avvocato Alessandro Scaloni, attraverso il quale Elica si è costituita parte civile, chiedendo danni per 160mila euro. Il risarcimento verrà definito in sede civile. «Appena ha saputo del licenziamento - aveva rimarcato il legale - la certificazione di malattia è stata istantanea. Aveva sì delle patologie, ma non quella indicata dal medico».
La difesa ha respinto l’accusa di falso. La malattia era pregressa, insorta ancora prima dell’annuncio del licenziamento. «Non c’è nessuna prova per dire che il medico è stato ingannato» è stato detto in aula. Tra l’altro, è stato fatto notare, all’imputato non erano stati prescritti prodotti naturali, ma veri e propri ansiolitici, perché stava combattendo contro una situazione di stress notevole, dovuto all’attività lavorativa. Quasi scontato il ricorso in appello.