Viterbo, il turismo non riparte. Hotel e b&B in crisi: «Le camere sono vuote»

Viterbo, il turismo non riparte. Hotel e b&B in crisi: «Le camere sono vuote»
di Luca Telli
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Sabato 27 Giugno 2020, 09:45 - Ultimo aggiornamento: 19:47
Hotel aperti ma camere vuote. Pochi i turisti in arrivo e numeri insufficienti a coprire le spese. Il sole di giugno non illumina la lunga notte degli albergatori, calata all’indomani dell’annuncio dei primi casi di positività al coronavirus sul suolo italiano.
«E la situazione non è destinata a migliorare nei prossimi mesi», spiega Vincenzo Peparello, segretario viterbese di Confesercenti. I tempi di ripresa e un ritorno agli incassi del periodo precrisi si allungano lungo un asse che va dai 12 ai 24 mesi: una battaglia che in pochi saranno in grado di sostenere.
«Luglio e agosto non basteranno per recuperare – spiega il segretario di Confesercenti Vincenzo Peparello –  il turismo interno si sta muovendo ma l’assenza delle presenze dall’estero avrà un impatto notevole. Si parla di un crollo che si avvicina al 50% per i tre mesi estivi a cui vanno sommate le perdite del periodo primaverile che, da solo, rappresenta una buona fetta degli incassi annuali».
A certificare l’emergenza del settore alberghiero i dati nazionali. Solo il 40 per cento degli alberghi italiani è attualmente aperto, il 26,8 ha già deciso che rimarrà chiuso per tutto giugno e solo il 78,9 prevede di essere aperto ad agosto. Nel calderone entrano anche le strutture extra alberghiere come bed and breakfast e agriturismi, in perdita con numeri leggermente migliori. Nella provincia, situazione a macchia di leopardo.
Se il litorale tira un leggero sospiro di sollievo (quasi tutti tornati operativi), a soffrire è soprattutto l’area del lago di Bolsena e Viterbo città dove alcuni hotel hanno deciso di posticipare l’apertura. È il caso del Tuscia di via Cairoli, storica struttura cittadina, che tornerà a accogliere i clienti dal 25 agosto. La motivazione ufficiale parla di lavoro di ammodernamento necessari per garantire il rispetto delle regole e la tutela della salute di dipendenti e ospiti ma il quadro nasconde altro: prenotazioni che mancano e profondo rosso nel capitolato delle uscite.
 «La situazione è grave – spiega un albergatore viterbese tra i primi a riaprire – i caduti saranno molti, i danni gravissimi e i soldati rimasti a combattere molti pochi. Di turisti, neppure l’ombra». Stesso motivo ripetuto anche dal Balletti Palace Hotel e dal Park di San Martino, aperto dai primi di giugno.
«Il flusso turistico è davvero esiguo – spiegano – stiamo lavorano con clienti di vecchia data: ferrovieri e, con le caserme chiuse, militari. Ma così è dura». Anche perché, per attirare clienti e recuperare la liquidità necessaria per le spese correnti, molti hotel hanno deciso di abbassare i prezzi di circa il 25%. Per una doppia il costo medio si aggira intorno ai 55 euro. Per una singola 40 esclusa tassa soggiorno ma con colazione continentale inclusa.
 
 
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