Scuola, guariti dal Covid ma No vax o senza terza dose: decine di docenti sospesi nel Viterbese

Il caso dei docenti col “bollino rosso”

Ellera di Viterbo
Ellera di Viterbo
di Federica Lupino
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Sabato 7 Maggio 2022, 06:50 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 10:18

Docenti col “bollino rosso”. Un po’ come fosse un semaforo che indica lo stop. Chiamatela anomalia, anche se somiglia piuttosto a un buco nero. Fatto sta che mancando una direttiva univoca in merito, almeno un centinaio di docenti di ogni ordine e grado della provincia di Viterbo si sono visti sospesi dall’insegnamento perché apparentemente non in regola con il Green Pass. Che poi lo siano davvero, è tutt’altro discorso.

Dallo scorso 2 maggio ai prof non viene più richiesto il controllo del certificato verde anche se fino al 30 aprile pure i No vax, guariti però dall’infezione e dunque con il rafforzato valido, potevano fare lezione.

Adesso, che le regole dovrebbero essersi allentate, per loro è il contrario. Un caso eclatante è quello denunciato da Francesco Coletta, coordinatore provinciale del Gilda Unams: «Una collega che insegna educazione musicale è stata convocata dalla dirigente scolastica e sollevata dall’incarico che ha fino al 30 giugno 2022. Il motivo? Il sistema informatico mostrava nel suo caso un “pallino rosso”, indicante l’inadempienza alla documentazione relativa alla vaccinazione».

Ma Coletta specifica che così non è: «La professoressa è sì No vax ma ha avuto il Covid due volte ed è guarita. Il suo certificato di guarigione dura 180 e scade il 24 luglio» assicura.

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Ma allora perché è stata allontanata dall’insegnamento? Il motivo è che risulterebbe non in regola con l’obbligo vaccinale in quanto la validità del Green pass da guarigione, che per tutti dura 180 giorni, come per i sanitari anche per gli insegnanti sarebbe stato accorciato a 90 giorni, quindi tre mesi.

Dal ministero dell’Istruzione spiegano che i presidi, fino al 15 giugno, devono chiedere al docente con il bollino rosso di produrre la dichiarazione di un medico che attesti quando deve vaccinarsi. Ma nemmeno questo escamotage basta.

«Il problema non riguarda solo i no vax ma tutti quelli che – spiega Brunella Marconi, segretaria dello Snals Confsal provinciale – si sono contagiati prima di aver effettuato la terza dose. Il paradosso è che per il Miur dopo 90 giorni dovrebbero rifare il vaccino ma recandosi dal medico, visto che risultano ancora alti i livelli di anticorpi, non posso sottoporvisi».

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Ed è così che vengono di fatto sospesi: «Parliamo – continua Marconi – di 2, anche 3 docenti per ogni scuola della Tuscia. Per loro compare il semaforo rosso, quindi non possono stare tra i banchi perché la loro vaccinazione primaria è scaduta. Vengono quindi allontanati dall’insegnamento e assegnati alla biblioteca per 36 ore settimanali, anche se hanno contratti magari per 18 o 24 ore».

In attesa di una interpretazione chiara e univoca della normativa da parte del Miur, i dirigenti si stanno uniformando alle indicazioni dell’ufficio scolastico regionale delle Marche, più restrittive rispetto ad altre regioni come il Veneto. «Interpellato dallo Snasl, l’Usr del Lazio ha comunicato che si è in attesa di un pronunciamento del ministero. Intanto – conclude Marconi – per l’ennesima volta la scuola è nel caos».

Anche perché la sospensione dall’insegnamento di questi docenti senza la terza dose o no vax guariti, comporta la necessità di sostituirli a ridosso della fine dell’anno scolastico. Non certo un’impresa facile.

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