Non solo mare: a meno di due ore di auto da Roma, Tarquinia è la meta ideale se volete prendervi una pausa rigenerante dalla grande città. L’autunno, complice il mite, è la stagione ottimale per scoprire questo meraviglioso borgo della Tuscia viterbese, e fare una full immersion di archeologia, natura, enogastronomia di qualità. Qui tutto rievoca gli Etruschi e la loro affascinante civiltà, ancora oggi avvolta da mille misteri. E i vigneti a perdita d’occhio di questo territorio ci parlano di una tradizione enologica che affonda le sue radici già in età etrusca, dove il vino veniva servito caldo e aromatizzato con miele e spezie.
KITE SURF E RITO DELLA SABBIA: IL PARADISO DEGLI SPORTIVI E DEI ROMANTICI
Il vento dei mesi autunnali è alleato di chi ama per praticare surf e kitesurf sul litirale di Tarquinia. Ecco perché, specialmente nel weekend, gli amanti di questi sport fanno rotta sulle spiagge della cittadina etrusca nel Viterbese. Ma Tarquinia è anche sinonimo di wedding destination internazionale, poiché è una tappa molto amata dalle coppie (specialmente i “crocieristi” stranieri) che sognano i riti nuziali simbolici che più fanno sognare. Ecco perché, in diversi resort sul mare a Marina Velca, si possono fare o rinnovare le promesse matrimoniali in stile anglosassone: in spiaggia, al tramonto, o fra le palme di verdi giardini dove viene allestito il classico arco di tulle e rose per cerimonie en plein air.
COME INDIANA JONES, ALLA SCOPERTA DELL’ARA DELLA REGINA
L’Ara della Regina è il più grande dei templi etruschi ad oggi conosciuti e sorge in posizione dominante sul "Pian di Cìvita", non distante dal borgo medioevale di Tarquinia.
BUEN RETIRO PER I SOMMELIER: CIN CIN CON I VINI DEL TERRITORIO E I PRODOTTI A KM ZERO
“Altro il vino non è se non la luce del sole mescolata con l’umido della vite”, diceva Galileo Galilei. Tarquinia è anche il paradiso dei sommelier: le microvinificazioni selettive hanno reso possibile l’individuazione e la scelta produttiva, nei vigneti a km zero, di vini rossi come il Syrah, di vini rosati e di bianchi come la Malvasia e il Viognier. L’autunno vede protagonisti i vini rossi anche nella gastronomia locale: questa è la stagione dei risotti con i funghi, delle frittate con le verdure dell’orto, delle focacce da servire calde all’aperitivo. Un evergreen sono le ciambelline al vino bianco aromatizzate all’anice o al finocchio, dessert da servire con il caffè a fine pasto. Fra i vicoli del borgo medievale non c’è che l’imbarazzo della scelta in fatto di trattorie dove assaggiare l'acquacotta, la tipica zuppa di verdure e patate con fette di pane casareccio, insaporita da cipolla, pomodoro aglio e olio.
SARCOFAGI, TOMBE DIPINTE E CULTO DI MITRA: FULL IMMERSION DI CULTURA AL MUSEO NAZIONALE ETRUSCO
Il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia è uno dei musei più importanti in assoluto dedicati al mondo etrusco: è ospitato all'interno di Palazzo Vitelleschi, che risale al XV secolo, nel cuore della città medievale, ed è una tappa molto interessante anche per le famiglie con bambini, specialmente se nell'età scolare in cui si studiano gli Etruschi. Una visita al Museo è un’immersione nella cultura etrusca e in tutte le sue svariate contaminazioni nei secoli. Un “must” assoluto da non perdere sono i Cavalli Alati, ritrovati proprio nell’Ara della Regina e simbolo del forte legame che gli Etruschi attribuivano alle dimensioni “altre” e alla vita dello spirito che trascendeva la concretezza del mondo reale. Non dimenticate di ammirare la statua marmorea di Mitra che uccide il Toro: quello dedicato a Mitra era un culto misterico di derivazione orientale riservato ai soli uomini, a cui si accedeva con sette prove di iniziazione. La tradizione di questo culto voleva che dal sangue e dal midollo del toro fossero nate tutte le specie viventi della terra. Mitra, Dio del Sole, veniva festeggiato in occasione del solstizio, e si tramandava fosse nato in una grotta da una madre vergine. Nel Museo anche una vasta selezione di utensili e oggetti votivi in terracotta e uova di struzzo dipinte, che venivano messe all'interno delle tombe per rappresentare la rinascita della vita oltre la morte. Suggestive, inoltre, le Tombe dipinte, come la Tomba del Triclinio (del V secolo a.C., che rappresenta un banchetto etrusco), la Tomba della Nave e la Tomba delle Olimpiadi, tutte tombe originali ricostruite tramite la tecnica dello strappo. A Tarquinia sono state rinvenute quasi 7mila tombe, di cui ben 150 dipinte.
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