I Paesi Baschi da vedere e da mangiare: le esperienze da non perdere nel nord della Spagna

Dal tour per “archi-lovers” a Bilbao alle degustazioni stellate o a base di “pinchos” a San Sebastián, fino al “wine tasting” nelle avveniristiche cantine di Rioja Alavesa

La Concha, la baia di San Sebastián (foto di Tourspain)
La Concha, la baia di San Sebastián (foto di Tourspain)
di Sabrina Quartieri
8 Minuti di Lettura
Martedì 20 Dicembre 2022, 16:23 - Ultimo aggiornamento: 16:30

Alcuni dei suoi luoghi ricordano le appassionanti pagine di “Patria”, il romanzo “Premio Strega Europeo 2018” di Fernando Aramburu, ambientato alle porte di San Sebastián nei Paesi Baschi. Un territorio del nord della Spagna con una forte identità culturale, a partire dalla lingua propria, l’euskera, che si sente risuonare in ogni dove durante il viaggio. La fuga è ideale per gli appassionati di design, di vino e di alta cucina, grazie al visitatissimo Museo Guggenheim di Bilbao, alle aziende vitivinicole di Rioja Alavesa e alle 33 stelle Michelin dei ristoranti presenti. In questa terra affacciata sul Golfo di Biscaglia, però, il “fine dining” è solo uno degli aspetti della incredibile offerta culinaria, che mantiene viva la amatissima tradizione dell’aperitivo a base di “pinchos”, le appetitose e generose tapas locali da consumare di bar in bar, rigorosamente in piedi, specie tra le vie di San Sebastián. Ma non finisce qui: se la capitale basca Vitoria-Gasteiz regala un’esperienza a tavola come nel Medioevo, non lontano da essa un’insolita visita permette di scoprire un’antica valle dove si produce artigianalmente un pregiato sale usato nelle più rinomate cucine e che è possibile degustare in loco. 

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Viaggio “on the road” nei Paesi Baschi tra design, gastronomia ed enoturismo

Nella “bucket list” degli amanti dell’alta cucina, non possono mancare i Paesi Baschi, dove si contano ben 33 stelle Michelin. Ma questa parte della Spagna del nord è anche il viaggio “on the road” da non perdere per chi apprezza l’enoturismo e il design, grazie alle aziende vitivinicole di Rioja Alavesa e alla passeggiata all’insegna dell’architettura a Bilbao, città dal passato industriale diventata, con il museo Guggenheim, una meta capace di attrarre ogni anno un milione di visitatori.

1. Bilbao e San Sebastián tra architettura, stelle Michelin e tapas locali 

La sua vocazione oggi è quella di centro internazionale del design. Un nuovo corso che a Bilbao è iniziato nel 1997, con l’arrivo in città del Museo Guggenheim realizzato dall’architetto canadese Frank Gehry. Una struttura in titanio russo e vetro locale dalle curiose forme che ha da poco compiuto 25 anni e che custodisce al suo interno una collezione di opere d’arte della seconda metà del XX secolo. «Ma a rubare la scena è Puppy, che si trova all’esterno – racconta la appassionante guida Ainhoa Domínguez in un perfetto italiano – Si tratta del fotografatissimo cane di fiori firmato dall’artista americano Jeff Koons, gigante mascotte dello spazio espositivo». È da questo spot che passa ogni tour per “archi-lovers” di Bilbao, che comprende tra le altre tappe le Torri Isozaki Atea del giappoonese Arata Isozaki e il Zubizuri, il ponte pedonale sospeso progettato da Santiago Calatrava. Porta la firma dell’architetto spagnolo di fama mondiale  anche La Paloma, il nuovo terminal dell’aeroporto ispirato, come indica il nome stesso, a una colomba che spicca il volo. E proprio a pochi chilometri di distanza da dove si atterra, si incontra la prima imperdibile tappa di un viaggio per gourmet: Eneko, il ristorante 1 stella Michelin dello chef basco Eneko Atxa, “regno” di sapori iberici proposti in intriganti piatti, da accompagnare ai vini locali Txakoli della cantina interna, che serve anche il Tre stelle Michelin dello chef, Azurmendi. Il “fine dining” più interessante, per varietà di offerta, si ritrova a San Sebastián, città che conta 17 stelle Michelin tra i suoi ristoranti. Di questi, a pochi passi da La Concha, l’elegante baia che ha la forma di una conchiglia, è “Kokotxa Restaurant” a proporre una raffinata mise en place, un ambiente classico con inserti contemporanei nei décor, delle interessanti portate a base di trota dei Pirenei, merluzzo e granchio, e una degustazione di vini che conquista, tra bottiglie di piccoli produttori di Txakoli ed eccellenti etichette dei vigneti baschi di Rioja Alavesa. Prima di cena, però, c’è un altro appuntamento per buongustai, da non mancare: il rituale conviviale a base di “pinchos” nei locali di Calle Fermín Calbetón o del giovane distretto di Gros, per un vero aperitivo della tradizione, che ebbe inizio in passato con il “Gilda”. Ovvero, la tapas piccantissima con oliva e acciuga, ispirata alla esuberante diva del cinema Rita Hayworth protagonista della pellicola che le ha dato il nome. Come ama fare la gente del posto, invece, il weekend vale la pena fare una gita a Getaria. Un tempo dedita alla caccia delle balene, oggi questa località vive grazie all’industria del tonno e delle acciughe, ma soprattutto offre un divertente pranzo sul porto in uno degli “asadores” fronte mare presenti, che propongono carne e pesce alla brace. Ancora: se il Cristóbal Balenciaga Museoa, dedicato al celebre couturier del XX secolo nato proprio a Getaria, è la visita ideale per i fashionisti amanti della storia del costume, la non lontana Zumaia è il colpo d’occhio indimenticabile sulle scenografiche scogliere del Mar Cantabrico. Qui, presso l’eremo di San Telmo, si può vedere la spiaggia che è stata “set” dell’acclamata serie “Il Trono di spade”, mentre, in lontananza, si scorgono i pellegrini, zaino in spalla, che affrontano i trekking del celebre Cammino di Santiago. 

La Concha a San Sebastián (foto di Tourspain)

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2.  Vitoria-Gasteiz e la Valle di Añana per “assaggi” di Medioevo e di un sale gourmet

È spesso trascurata in un giro turistico dei Paesi Baschi, quando invece la capitale Vitoria-Gasteiz è una tappa che aggiunge al viaggio un autentico tuffo indietro nel tempo fino al Medioevo. In particolare, l’esperienza prende forma nel centro storico che risale all’anno Mille: l’Almendra, che per il perimetro ovale ricorda una mandola e, da qui, il nome. Tra palazzi antichi e strade intitolate ai mestieri di una volta, come la Cuchillería (coltelleria), la Herrería (fabbro) e la Pintoreria (coloreria), si entra in una ex stazione di posta del 1400, rinata ristorante El Portalón, per immergersi in un’ambientazione tipica medievale, con i tavoli che promettono una degustazione della cucina della tradizione. “Must” della casa è l’antipasto a base di prosciutto iberico e formaggio Idiazábal, una prelibatezza casearia fatta con il latte crudo di una pecora autoctona e che, ogni anno a settembre, è al centro di una importante competizione (nell’edizione 2022, il prodotto primo classificato è stato venduto all’asta a oltre novemila euro). È questo il souvenir per eccellenza per i “cheese lovers” e il luogo più affascinante dove acquistarlo, mentre si osserva la gente del posto con l’immancabile copricapo basco intenta a fare la spesa, è allo storico mercato di Ordizia del mercoledì (si tiene qui dal lontano 1512). Gli fa concorrenza un’altra specialità gastronomica tipica basca: il pregiato sale che nasce nella straordinaria Valle delle Saline di Añana. Un luogo unico dove, da settemila anni, sfruttando l’evaporazione naturale, si dà vita artigianalmente a un prodotto che appassiona grandi chef stellati come il celebre Joan Roca ed Eneko Atxa. Se ne apprendono tutti i segreti durante la visita guidata tra i canali di legno e le vasche terrazzate in pietra e argilla dell’area di produzione; poi lo si assaggia grazie a una insolita degustazione a km zero di salamoia, fiocchi e pepite di sale.

Queste ultime, anche dette “Chuzo”, finiscono alcuni dei piatti del vicino ristorante “Almazen”, come la Tartare di puledro con caviale di trota. Solo una delle portate proposte da chef Beatriz Pascual, eccelsa interprete di una cucina di territorio moderna, che varia a seconda delle materie prime disponibili e che si degusta nello charme di un ex magazzino del sale. 

Valle delle saline di Añana (foto di Tourspain)

 

3. I vigneti di Rioja Alavesa per viaggiatori “wine lovers”

Si deve raggiungere la provincia di Álava, per vivere l’enoturismo basco attraverso i vini con Denominazione di Origine Qualificata di Rioja Alavesa. Dodicimila ettari di vigneti che raccontano il meglio dell’enologia locale, tra “calados”, le piccole cantine a conduzione familiare ospitate nei sotterranei delle città fortificate medievali, e aziende le cui strutture avveniristiche sono firmate da architetti di fama internazionale. Come il gioiello di design “Marqués de Riscal” a Elciego, con l’hotel, accattivante progetto di Frank Gehry, per pernottare tra i filari di viti (come fecero nel 2007 Angelina Jolie e Brad Pitt) e per coccolarsi nella spa con i trattamenti Caudalie, che sfruttano le proprietà benefiche dell’uva. Ancora, Bodegas Ysios, la cantina brunita dalle linee ondulate disegnata da Santiago Calatrava e Baigorri, il parallelepipedo dalle pareti trasparenti ideato da Iñaki Aspiazu, dove si vinifica sfruttando la forza di gravità, sono le altre due tappe da non perdere. Ma la Strada del Vino di Rioja Alavesa vanta un quarto “must see”: Laguardia, per raccontare una pagina del passato. Ne sono testimoni i sotterranei o “calados”, visitabili, della cantina “El Fabulista”, luoghi della vinificazione tradizionale, dalla pigiatura alla macerazione carbonica, come si faceva già nel Medioevo. Curiosa è la storia del palazzo che ospita l’azienda, appartenuto nel XVIII secolo a Félix María Samaniego, amato scrittore di favole e racconti erotici. Opere che ancora oggi ispirano le etichette delle bottiglie che nascono nelle viscere dell’edificio. Ma a sorprendere nel borgo è anche una seconda attrazione, che si trova nella Chiesa di Santa María de Los Reyes: un portico del XIV secolo straordinariamente intatto. Del tutto inaspettato, in una terra di vigneti come Rioja Alavesa, è invece l’itinerario dei Dolmen, che riporta indietro fino alla preistoria. Come “La Chabola de la Hechicera” a Elvillar, che vuol dire “La capanna della strega”. A chiamare così la tomba collettiva risalente a millenni fa, è stata la gente del posto, certa di aver sentito più volte, in prossimità del sito e nelle prime ore del mattino, spaventose voci e malefiche risate. 

Cantina El Fabulista a Laguardia (foto di Tourspain)

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