8 marzo, in Kenya il villaggio "senza uomini"

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Si chiama Umoja Uaso, e somiglia, a guardarlo, a tanti altri villaggi del Kenya rurale. Ma Umoja Uaso, non è uguale a nessun altro. È il villaggio senza uomini. Un posto fondato oltre 30 anni fa, diventato rifugio per le donne della comunità Samburu, e non solo, che scappano dalla violenza di un matrimonio imposto, dalla ferocia delle mutilazioni genitali, dagli abusi, dalla sottomissione. Una comunità tutta al femminile in cui stare insieme senza tensioni. Umoja in swahili significa "unità". Christine Sitiyan ha appena 26 anni e già 4 figli. Quando ha abbandonato il marito violento, ha cercato di tornare al villaggio in cui era nata, ma il bestiame usato come dote per garantire il suo matrimonio era stato rubato. Quindi sola e senza alcuna possibilità, è arrivata qui dove le case di sterco e fango, così comuni nei villaggi della Rift Valley, rappresentano un baluardo di libertà e forza. Le donne Samburu hanno una posizione subordinata nella società. A loro non è permesso possedere terra né bestiame. Loro stesse sono considerate proprietà dei mariti. Nel 1990 Rebecca Lolosoli, insieme con altre 16 donne, ha deciso di creare un punto di riferimento per le donne maltrattate. Oggi il villaggio è una comunità fiorente e autosufficiente. Un percorso verso l'autosufficienza economica, ma anche verso una maggiore consapevolezza di sé, spiega Jane Nomuken, co-fondatrice della comunità. Scegliere chi amare e scegliere di amare soprattutto sé stesse, per recuperare, un passo dopo l'altro, la propria dignità, per troppo tempo sepolta e soffocata.