Valnerina da vedere e da mangiare: le 3 cose da non perdere

Dalle pastarelle di Santa Rita a Cascia ai formaggi di Vallo di Nera, annoverato tra i borghi più belli d'Italia, fino alle terme di Triponzo

Tobia e l'Angelo, Cascia
Tobia e l'Angelo, Cascia
di Maria Serena Patriarca
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Lunedì 13 Dicembre 2021, 14:06 - Ultimo aggiornamento: 15:57

Si snoda lungo 70 km attraverso paesaggi appenninici incantati lungo il corso del fiume Nera: la Valnerina, in Umbria, è un concentrato di storia, arte, natura ed enogastronomia di qualità tutto da scoprire. Ideale da visitare anche nella stagione invernale, con i suoi paesaggi che spaziano dalle cime montuose innevate ai boschi impreziositi dalle sfumature arancio e rosso del foliage, fino ai borghi medievali e alle chiese finemente affrescate. Detta anche la "valle dei mestieri migranti" in antichità, e nota per eccellenze gourmet come lo zafferano e i tartufi, la Valnerina è una meta ideale anche per un break di vacanze natalizio.

Cosa non perdere assolutamente in un weekend in Valnerina

Avvolta nel mistero e nel fascino di tradizioni antichissime, la Valnerina conserva intatte atmosfere “magiche” che sembrano riportare ad un angolo incantato dell’Umbria. Cascia, cittadina legata indissolubilmente a Santa Rita e centro della spiritualità per eccellenza, è anche un attivo polo di beneficenza e solidarietà grazie all’azione operosa delle monache di clausura a favore non solo dei bisognosi e delle donne in difficoltà, ma anche di chi semplicemente cerca conforto. Poco distante ecco il borgo di Vallo di Nera, Bandiera Arancione, un gioiello assoluto di architettura medievale, visitabile esclusivamente a piedi. Vallo di Nera è anche una tappa amatissima dai gourmet. E per chi ama le acque termali e il relax un unicum assoluto nella regione umbra sono i Bagni di Triponzo, un altro fiore all'occhiello della Valnerina.

 

1. Full immersion di arte e spiritualità a Cascia

Se visitate il Monastero di Santa Rita a Cascia non perdete l’occasione di assaggiare le famose “pastarelle” delle monache, i tipici biscotti che le suore preparano nel loro laboratorio ogni giovedi e che i visitatori possono prendere lasciando un’offerta libera, offerta che andrà a favore delle numerose iniziative charity legate al monastero stesso. Forse non tutti lo sanno, ma le monache esercitano anche il cosiddetto “Ministero della Consolazione”, donando consigli e parole di conforto a tutti coloro, credenti e non, che telefonano o scrivono per essere ascoltati e rincuorati. Nel cortile del monastero è visibile anche la vite di Santa Rita, i cui grappoli ogni anno vengono donati al Papa e ai malati: si tratta di una pianta di vite ormai centenaria, nata miracolosamente da un bastone piantato dalla Santa una volta entrata in Monastero (a 36 anni), che lei stessa innaffiò fino a che non nacque una vite vera e propria. Santa Rita, nata a Roccaporena, nella tradizione della devozione cristiana era legata anche alle api, per questo le orfanelle che venivano accolte nel monastero, e le ragazzine a cui le suore donano ancora oggi assistenza, vengono dette “apette”.

La Fondazione Santa Rita da Cascia onlus è particolarmente attiva, anche col progetto La Casa di Santa Rita, per garantire ai malati ricoverati all’Ospedale di Cascia la riabilitazione e il diritto ad avere i propri cari accanto.

Sempre a Cascia, la meravigliosa Chiesa di Sant'Antonio Abate (patrono del mondo rurale, eremita e amico di San Paolo Eremita), con splendidi affreschi di fine Trecento, è attualmente chiusa al pubblico e dovrebbe riaprire fra circa due anni. Nella stessa chiesa ci sono gli affreschi del 1462 di Nicola da Siena, rappresentanti  la Passione di Cristo. Molto suggestiva, e aperta al pubblico invece, anche la Chiesa di Sant’Agostino, del XV secolo.

Una tappa d’obbligo è al Museo Comunale di Palazzo Santi, con le sue bellissime sculture lignee, come la Testa della Vergine, della prima metà del XV secolo, il Cristo Deposto del XIV secolo, e la statua Tobia e l'Angelo, di scuola marchigiana.

2. A Vallo di Nera, per passeggiare fra i vicoli medievali abbelliti dai presepi en plein air e assaggiare i formaggi della tradizione

Il borgo di Vallo di Nera, che è anche Comune amico delle api, riserva meravigliose sorprese e un’atmosfera silenziosa ideale per chi cerca una vacanza in totale tranquillità, all’insegna di paesaggi naturali da sogno e della buona cucina. La Chiesa di Santa Maria Assunta, con affreschi del ‘300 e del ‘400, è visitabile previo appuntamento, e qui è rappresentata anche Santa Caterina d'Alessandria con la ruota, retaggio degli eremiti pellegrini che arrivarono dalla Siria. Suggestive anche la chiesa di San Giovanni, sviluppatasi fra il secolo XIII e XVIII e, nella frazione di Meggiano a più di 700 metri di altitudine, la chiesa di San Michele Arcangelo.

Per i cultori della gastronomia di qualità e dei sapori tipici del territorio Vallo di Nera è il regno dei formaggi, dove assaggiare, per esempio, la ricotta salata della Valnerina. Ma le prelibatezze del territorio spaziano dalla trota ai tartufi, fino all’olio, al miele, al farro, ai ceci e alle lenticchie di montagna. Molti i sentieri escursionistici che partono nelle vicinanze del borgo (come quello lungo il percorso dell’antica ferrovia, che costeggia il Nera), e nella bella stagione si può fare rafting sul fiume. Nei boschi che circondano il borgo una tappa consigliata agli amanti dell’arte sacra è la chiesetta dell’Immagine delle Forche, del secolo XV.

Last but not least, in questo periodo che precede il Natale lungo i vicoli del borgo si possono ammirare deliziosi presepi allestiti all’aria aperta, particolarmente affascinanti di notte, complici le luci natalizie.

Porchiano aspetta il Natale insieme a Slow Food.

3. Relax ai Bagni di Triponzo, le uniche acque termali umbre

Un’altra tappa in Valnerina, ideale per chi ama il benessere e il relax, sono le  acque sulfuree (a 27/29 gradi circa) delle terme di Triponzo, ricche di zolfo e magnesio (ottime per depurare fegato e intestino) e i cui fanghi sono utilizzati per la cura della pelle del viso, per le proprietà astringenti, purificanti e antiaging.

Il sito delle Terme di Triponzo, che sorge nel tipico paesaggio dell’Appennino umbro, era già citato nell'Eneide. La sorgente di acqua termale confluisce proprio nel fiume Nera e la grande vasca esterna è chiamata, non a caso, Fonte di Virgilio. La storia tramanda che questo luogo sia stato descritto proprio da Virgilio come audit amnis sulphurea Nar albus acqua”, dove l’acqua cristallina del fiume Nera si sposa con quella sulfurea e bianca di zolfo, dovuta alle sorgenti di Triponzo. L’acqua termale dei Bagni di Triponzo è nota per la sua efficacia terapeutica fin dall’epoca romana: qui sostavano alcune delle legioni di ritorno dalle campagne europee, per ritemprarsi, prima di tornare a Roma in “pompa magna”.

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