Come Indiana Jones: alla scoperta del Tempio di Demetra a Vetralla

Un "gioiello" racchiuso nei boschi della Tuscia, tutto ancora da esplorare

Tempio di Demetra Vetralla
Tempio di Demetra Vetralla
di Maria Serena Patriarca
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Sabato 11 Marzo 2023, 17:34 - Ultimo aggiornamento: 17:35

Amate l’escursionismo e l’archeologia è il vostro chiodo fisso? Allora non potete perdere il Tempio di Demetra, destinazione ancora poco nota ai più nel cuore dei boschi di Vetralla, nella Tuscia viterbese. ll tempio dedicato alla dea Demetra, abbinata nella tradizione ai rituali e alle libagioni dedicate alla fertilità e alla maternità, fu scoperto (immerso nella natura) nella località Macchia delle Valli nell’aprile 2006, dalla Soprintendenza archeologica all'Etruria Meridionale. Questa data segna la fine di un lunghissimo periodo in cui il sito sacro è stato avvolto dal totale mistero: basti pensare che il santuario era stato abbandonato verso il II sec. a.C, ed era stato perfino sigillato, quasi a voler serbare tutto il segreto di questo luogo di “energia”.

La dea Cerere: l’eco di antichi rituali nel bosco

La divinità chiamata Demetra dai Greci, assimilata dal popolo Etrusco alla dea Vei, fu venerata anche dai Romani con il nome di Cerere.

All’inizio molto difficile da raggiungere, nel folto della vegetazione, oggi, al sito archeologico sacro si arriva agevolmente a piedi (meglio se indossando scarpe da trekking) lasciando l’auto a circa 200 metri di distanza, in una via sterrata dove si può parcheggiare e che si raggiunge facilmente attraverso il navigatore Google Maps. Appositi segnali sul sentiero vi condurranno al Tempio, da esplorare letteralmente a 360 gradi. Si tratta di un edificio risalente all'epoca etrusco romana, costruito presso un’antica sorgente, al cui interno sono stati rinvenuti diversi reperti ed ex voto, ma soprattutto una statua di Demetra /Cerere oggi conservata nel Museo Nazionale Etrusco di Viterbo. Ma cosa rappresentavano i manufatti rinvenuti dagli archeologi? Essenzialmente organi genitali maschili e femminili, la cui presenza ha permesso di collegare la struttura al culto delle acque e alla dea della fertilità.

 

Un sito incastonato nel peperino: storia, culto e natura in magica alchimia

Il complesso è costituito da una serie di ambienti rupestri e dal tempietto vero e proprio, all'interno del quale ancora oggi gli escursionisti lasciano foglie, frutti o bacche in segno del proprio passaggio: si tratta di una piccola struttura costruita in blocchi di peperino, cella della divinità femminile che qui veniva adorata, nella quale è stata rinvenuta la statua di Demetra, con gli arredi di culto. La scultura di piccole proporzioni, riconducibile a Demetra o Cerere, rappresenta una figura femminile che indossa un mantello che le copre la testa e un chitone con cintura alta. Nella mano destra della divinità è scolpita una patera umbilicata, mentre la mano sinistra ha una lacuna antica, che forse sorreggeva un mazzetto di spighe, possibile richiamo alla fertilità della terra. Secondo gli esperti si tratta di un’opera di stile ellenistico, situabile alla fine del III o inizio II secolo a. C. La cella del Santuario di Demetra è racchiusa all’interno di una cavità naturale di roccia vulcanica, e in tutta l’area circostante sono stati recuperati manufatti funzionali alla propiziazione della fertilità, collegati ai riti che richiamavano le funzioni benefiche e rigenerative dell’elemento naturale dell’acqua. Anche gli ex voto anatomici qui rinvenuti erano in corrispondenza diretta con culti per la fecondità e la guarigione delle parti del corpo malate.

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