Salar de Uyuni, la meraviglia del deserto di sale più grande del mondo

Salar de Uyuni, la meraviglia del deserto di sale più grande del mondo
Salar de Uyuni, la meraviglia del deserto di sale più grande del mondo
di Francesca Spanò
4 Minuti di Lettura
Lunedì 6 Maggio 2019, 16:40 - Ultimo aggiornamento: 16:41

Un enorme deserto di sale di un bianco tanto intenso da sembrare quasi una distesa di preziosissimi diamanti. E intorno un cielo azzurro attraversato da qualche nuvola, tra i selvaggi paesaggi delle Ande a sud-ovest della Bolivia. Formazioni rocciose e minuscole isole di cactus tra granelli chiarissimi, completano lo scenario e creano un effetto estetico difficile da descrivere, ma perfetto per una foto su Instagram degna di diventare virale.
 

 

Il passato, il presente
 
Il Salar de Uyuni, ha avuto origine grazie al prosciugamento di un lago preistorico e lo spettacolo è garantito da un paesaggio lunare unico che copre in tutto una superficie di 11.000 km². Sorge nei pressi della città di Uyuni, a 3.650 metri di quota e in questo mare bianco, non di rado, ci si può trovare a scattare selfie vicino a bellissimi fenicotteri rosa. Si tratta, però, degli unici esemplari di fauna selvatica, in un ecosistema particolare ma privo di forme di vita.
 
Curiosità
 
Gli altipiani meridionali della Bolivia, nella zona al confine con il Cile, sono molto aridi e ai paesaggi brulli si aggiungono cime vulcaniche. Nulla però somiglia al Salar de Uyuni che per tal motivo, resta l’area turistica più frequentata del Paese. Tutti alla ricerca dello scatto perfetto e dell’emozione da portare nel cuore, ma in pochi sanno che oltre quarantamila anni fa la cornice locale sarebbe apparsa in modo totalmente differente. In quell’epoca, infatti, faceva parte del lago Minchin che asciugandosi nei secoli ha prodotto gli attuali laghi di Poopò e Uru Uru e i deserti salati di Salar de Coipasa e il Salar de Uyuni.
 
Numeri e leggende
 
Secondo i calcoli degli esperti, il deserto salato dovrebbe contenere circa dieci miliardi di tonnellate di sale e meno di venticinquemila, vengono annualmente estratte. Vanta undici strati di spessore variabile dai due ai dieci metri e rappresenta un terzo delle riserve di litio del pianeta.
 
L’isla del pescado  e la leggenda inca

 
Un racconto popolare molto antico, narra che nel deserto si trovano gli Ojos de Salar (occhi del deserto di sale) che un tempo inghiottivano le carovane al loro passaggio. Qualcosa esiste, ma si tratta invece di buchi nella superficie salata dai quali fuoriesce dell’acqua. Il problema è che con il sole rischiano di diventare invisibili e, quindi, di essere pericolosi per chi li attraversa. L’isola del pesce o isla del pescado, invece, è un isolotto interno del salar formato da sedimenti calcarei marini e materiale vulcanico e deve il nome alla sua curiosa forma. All’interno si trovano dei giacimenti archeologici e delle rovine inca. Si raggiunge solo in moto o con speciali jeep protette dal sale.
 
Informazioni utili
  • Il salar de Uyuni si può visitare anche in autonomia, ma addentrarsi troppo può essere davvero rischioso, quindi in pratica nessuno osa. Meglio, quindi, prendere parte a un tour in 4x4 e partire dalla cittadina di Uyuni o da San Pedro de Atacama (nel vicino Cile).
  • La Bolivia è una nazione molto elevata e occorre acclimatarsi. Per abituarsi all’altitudine, sarebbe il caso di trascorrere qualche giorno a La Paz che sorge a 3600 metri e lo stesso vale per San Pedro de Atacama. Bisogna comunque evitare di appesantirsi, bere acqua e zero alcol. Qualcuno sceglie di masticare foglie di coca come fanno tutti, perché sono legali nella zona e aiutano a superare questi fastidi.
  • I mesi migliori per arrivare sono quelli compresi tra agosto e ottobre, ma in generale si può partire sempre. In estate, però piove molto e le escursioni notturne sono notevoli. Vestirsi a cipolla è una buona idea praticamente sempre in zona. In verità i momenti più suggestivi sono quelli da novembre a marzo, anche se piove molto e diverse zone sono interdette. Questo perché il salar è ricoperto da uno strato sottile di acqua che lo rende uno specchio scenograficamente speciale.
  • Organizzare il tour è piuttosto semplice, visto che anche direttamente in loco esistono diverse agenzie alle quali rivolgersi. Per quattro giorni e tre notti con jeep 4x4, ostello in bassa categoria senza acqua calda, si spendono meno di 200 euro. Non sono compresi, però, gli ingressi nella Riserva Nacional de Fauna Andina Edoardo Avaroa e sull’isola Incahuasi ed eventuali servizi superiori.
  • Nella zona non mancano i venti gelidi e sono perciò necessari gli indumenti tecnici molto caldi e l’escursione termica è molto marcata.
Cosa vedere

Il tour dura tre giorni e i paesaggi sono molto diversi fra loro. Tra lagune, geyser e il salar le emozioni non sono risparmiate. Di solito è compreso anche il tour della cittadina di Uyuni e l’interessante cimitero dei treni appena fuori città. Da qui la successiva tappa è certamente il Salar de Uyuni. Nel giro sono compresi il canyon dell’Anaconda, conformazioni rocciose formate dalla lava pietrificata e la Laguna Colorada, dove l’acqua colora amaranto non super il metro. Ai confini con il Cile, spesso ci si addentra fino a una zona di gejser chiamata Sol de Mañana (4850 metri), tra pozze grigio-verde in continuo ribollire. E, ancora, ci sono le lagune spettacolari alle falde del vulcano Licancabur (5960 metri): la Laguna Blanca (4500 metri) e la Laguna Verde (4400 metri).
 

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