Vaticano, moralmente accettabile l'uso di vaccini prodotti da feti abortiti

Vaticano, moralmente accettabile l'uso di vaccini prodotti da feti abortiti
di Franca Giansoldati
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Lunedì 21 Dicembre 2020, 14:56

Città del Vaticano – Papa Francesco sdogana i vaccini anti Covid che sono stati prodotti, nel processo di ricerca e produzione, da cellule umane di aborti. Il quesito morale sulla liceità d'uso – per un cattolico – di vaccini del genere era arrivato alla Congregazione della Dottrina della Fede tempo fa originando un dibattito interno. Il parere sostanzialmente favorevole è stato diffuso stamattina in tutto il mondo. In passato su questo argomento vi erano già stati pronunciamenti con indirizzi etici ben precisi. 

In pratica quando non sono disponibili vaccini eticamente ineccepibili «è moralmente accettabile utilizzare i vaccini anti-Covid-19 che hanno usato linee cellulari provenienti da feti abortiti nel loro processo di ricerca e produzione». 

La ragione fondamentale per considerare moralmente lecito l'uso di questi vaccini è che il tipo di «cooperazione al male dell’aborto procurato da cui provengono le medesime linee cellulari è remota».

A questo si aggiunge che «il dovere morale di evitare tale cooperazione materiale passiva non è vincolante se vi è un grave pericolo, come la diffusione, altrimenti incontenibile, di una pandemia che richiede che si possano “ usare tutte le vaccinazioni riconosciute».

La vaccinazione, specifica la Chiesa, non è, di norma, un obbligo morale e che, perciò, deve essere volontaria. In ogni caso, dal punto di vista etico, la moralità della vaccinazione dipende non soltanto dal dovere di tutela della propria salute, ma anche da quello del perseguimento del bene comune. 

Coloro che, comunque, per motivi di coscienza, rifiutano i vaccini prodotti con linee cellulari procedenti da feti abortiti, dovrebbero fare in modo di non divenire veicoli di trasmissione del virus. In modo particolare, «essi devono evitare ogni rischio per la salute di coloro che non possono essere vaccinati per motivi clinici, o di altra natura, e che sono le persone più vulnerabili». 

Quanto all'industria farmaceutica e ai governi dovrebbero garantire che i vaccini, «efficaci e sicuri dal punto di vista sanitario, nonché eticamente accettabili, siano accessibili anche ai Paesi più poveri ed in modo non oneroso per loro». La mancanza di accesso ai vaccini, altrimenti, diverrebbe un altro motivo di discriminazione e di ingiustizia che condanna i Paesi poveri a continuare a vivere nell'indigenza sanitaria ed economica. 

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