Città del Vaticano – Papa Francesco torna a lanciare l'allarme sulla denatalità in Italia. Stamattina lo ha fatto nuovamente davanti alla Confindustria chiedendo più tutele per le giovani lavoratrici che hanno paura a portare avanti una gravidanza perché temono per il proprio il posto di lavoro. Alcuni mesi fa - proprio per fare notare quanto sia grave l'inverno demografico - Bergoglio aveva invece messo in evidenza il paradosso degli animali domestici, il cui numero ha ormai superato quello dei bambini.
Papa Francesco sulla denatalità in Italia
Disse: «Invece dei figli preferiscono avere cani, gatti, che è un po' l'affetto programmato: io programmo l'affetto, mi danno l'affetto senza problemi.
La preoccupazione di Bergoglio
Il tema della denatalità resta al centro della preoccupazione comune. Papa Francesco lo ha sottolineato ancora una volta davanti agli industriali riuniti stamattina in Vaticano per l'Assemblea di Confindustria. «La denatalità, combinata con il rapido invecchiamento della popolazione, sta aggravando la situazione per gli imprenditori, ma anche per l’economia in generale: diminuisce l’offerta dei lavoratori e aumenta la spesa pensionistica a carico della finanza pubblica. È urgente sostenere nei fatti le famiglie e la natalità. Su questo dobbiamo lavorare, per uscire il più presto possibile dall’inverno demografico nel quale vive l’Italia e anche altri Paesi. È un brutto inverno demografico, che va contro di noi e ci impedisce questa capacità di crescere. Oggi fare i figli è una questione, io direi, patriottica, anche per portare il Paese avanti. Sempre a proposito della natalità: alle volte, una donna che è impiegata qui o lavora là, ha paura a rimanere incinta, perché c’è una realtà - non dico tra voi - ma c’è una realtà che appena si incomincia a vedere la pancia, la cacciano via. “No, no, tu non puoi rimanere incinta”. Per favore, questo è un problema delle donne lavoratrici: studiatelo, vedete come fare affinché una donna incinta possa andare avanti, sia con il figlio che aspetta e sia con il lavoro».