Papa Francesco e l'allarme denatalità in Italia: «Le donne hanno paura di perdere il lavoro se restano incinte»

Papa Francesco e l'allarme denatalità in Italia: «Le donne hanno paura di perdere il lavoro se restano incinte»
Papa Francesco e l'allarme denatalità in Italia: «Le donne hanno paura di perdere il lavoro se restano incinte»
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Lunedì 12 Settembre 2022, 18:26 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 08:50

Città del VaticanoPapa Francesco torna a lanciare l'allarme sulla denatalità in Italia. Stamattina lo ha fatto nuovamente davanti alla Confindustria chiedendo più tutele per le giovani lavoratrici che hanno paura a portare avanti una gravidanza perché temono per il proprio il posto di lavoro. Alcuni mesi fa - proprio per fare notare quanto sia grave l'inverno demografico - Bergoglio aveva invece messo in evidenza il paradosso degli animali domestici, il cui numero ha ormai superato quello dei bambini.

Papa Francesco sulla denatalità in Italia

Disse: «Invece dei figli preferiscono avere cani, gatti, che è un po' l'affetto programmato: io programmo l'affetto, mi danno l'affetto senza problemi.

E se c'è dolore? Beh, c'è il medico veterinario che interviene, punto. E questa è una cosa brutta. Per favore, aiutate le famiglie ad avere dei figli. È un problema umano, e anche un problema patriottico». Le sue parole avevano sollevato subito un profluvio di critiche eppure le statistiche certificano che nel nostro paese i cani e i gatti hanno superato effettivamente il numero dei bambini. Secondo gli autori di un libro appena pubblicato dal titolo La Trappola delle Culle (Rubettino Editore), Luca Cifoni e Diodato Pirone, le stime che si hanno sugli animali domestici riferiscono di un numero tra i sette e i nove milioni, assai superiore a quello dei bambini fino a 12 anni, i quali, a inizio 2021 erano circa sei milioni e mezzo. Non si tratta naturalmente di prendersela con i cani o con gli altri animali da compagnia, che spesso vivono proprio nelle famiglie con minori; ma il dato nella sua grossolanità fa comunque riflettere. «Sarebbe bello – scrivono i due autori - che l’intera società tornasse a voler bene ai bambini. Sarà forse semplicistico citare il diffondersi di alberghi e ristoranti che non li fanno proprio entrare, una tendenza che del resto non nasce in Italia. Colpisce che il crollo delle nascite si sia manifestato in contemporanea con l’incremento della diffusione degli animali domestici. E forse qualche domanda sulla distribuzione dei nostri affetti, sia pure con tutte le cautele del caso, andrebbe posta. Ha suscitato scalpore la riflessione fatta da Papa Francesco: esaltando le adozioni, si è interrogato sulla preferenza affettiva riservata da molti proprio agli animali, rispetto ai bambini» 

La preoccupazione di Bergoglio

Il tema della denatalità resta al centro della preoccupazione comune. Papa Francesco lo ha sottolineato ancora una volta davanti agli industriali riuniti stamattina in Vaticano per l'Assemblea di Confindustria. «La denatalità, combinata con il rapido invecchiamento della popolazione, sta aggravando la situazione per gli imprenditori, ma anche per l’economia in generale: diminuisce l’offerta dei lavoratori e aumenta la spesa pensionistica a carico della finanza pubblica. È urgente sostenere nei fatti le famiglie e la natalità. Su questo dobbiamo lavorare, per uscire il più presto possibile dall’inverno demografico nel quale vive l’Italia e anche altri Paesi. È un brutto inverno demografico, che va contro di noi e ci impedisce questa capacità di crescere. Oggi fare i figli è una questione, io direi, patriottica, anche per portare il Paese avanti. Sempre a proposito della natalità: alle volte, una donna che è impiegata qui o lavora là, ha paura a rimanere incinta, perché c’è una realtà - non dico tra voi - ma c’è una realtà che appena si incomincia a vedere la pancia, la cacciano via. “No, no, tu non puoi rimanere incinta”. Per favore, questo è un problema delle donne lavoratrici: studiatelo, vedete come fare affinché una donna incinta possa andare avanti, sia con il figlio che aspetta e sia con il lavoro». 

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