Coppie gay, presidente vescovi tedeschi sfida Roma: serve la benedizione per queste unioni

Coppie gay, presidente vescovi tedeschi sfida Roma: serve dare una benedizione a queste unioni
Coppie gay, presidente vescovi tedeschi sfida Roma: serve dare una benedizione a queste unioni
di Franca Giansoldati
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Lunedì 19 Aprile 2021, 09:49 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 00:15

Città del Vaticano – Il 'niet' del Vaticano alla benedizione delle coppie gay continua ad alimentare forti tensioni tra i cattolici, soprattutto in Germania. A fianco dei diversi movimenti laicali, dei singoli sacerdoti e dei vescovi che hanno manifestato contrarietà alle posizioni rigorose della Congregazione della Dottrina della Fede (dietro ovviamente il placet papale) meditante il Responsum reso noto due settimane fa, si è schierato anche il 
presidente della Conferenza episcopale tedesca, Georg Baetzing. Ancora una volta l'arcivescovo si è detto di essere favorevole a promuovere un confronto tra Roma. Impossibile ignorare il desiderio di così tante coppie omosessuali di ricevere la benedizione per la loro unione. Spesso si tratta di coppie consolidate, unite da una convivenza decennale.

«Le persone in unioni omosessuali vogliono la benedizione della Chiesa, una benedizione che non sia nascosta.

Vogliono che la loro vita di coppia sia riconosciuta come un valore tale da dare loro la benedizione di Dio e non negarla» ha spiegato il vescovo di Limburg al gruppo di giornali tedeschi "Rnd". Non è la prima volta che Baetzing interviene con tutto il suo peso e la sua autorevolezza per cercare una mediazione, un compromesso tra la linea intrasigente del magistero contenuta nel documento di Roma e nel Catechismo e le richieste pressanti provenienti dai fedeli.

«Dobbiamo affrontare questo desiderio. Per questo abbiamo bisogno di un confronto intenso. Non possiamo più rispondere a domande del genere con un semplice sì o no. Questo non è possibile» ha sottolineato Baetzing. «Credo che dobbiamo valutare in modo nuovo l'omosessualità e le unioni di vita al di fuori del matrimonio. Non possiamo più andare sul presupposto della sola legge naturale, ma dobbiamo pensare molto più fortemente in categorie come la cura e la responsabilità per l'altro».

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Si tratta in poche parole di una richiesta implicita di mediazione con Roma dopo che tanti parroci avevano manifestato la volontà di disobbedire a questo divieto continuando ad impartire la benedizione alle coppie gay. Evidentemente Baetzing sta cercando di sensibilizzare la Chiesa sulla importanza di riflettere sulla morale cattolica che esplicitamente vieta ai gay cattolici di fare sesso e di vivere la propria omosessualità sotto l'ombrello della castità. Alcuni vescovi in Germania in passato avevano espresso la propria perplessità su un paio di passaggi contenuti nel Catechismo universale della Chiesa chiedendone l'abrogazione o una sostanziale modifica. 

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Il vescovo di Limburg, infine, ha aggiunto di comprendere il "no" della Congregazione anche se «questo non aiuta, perché da molto tempo c'è uno sviluppo pastorale che va oltre. E questo significa: Si attende un cambiamento». Chissà se a Roma ci sono orecchie pronte ad ascoltare le richieste di cambiamento.

Proprio in questi giorni un teologo di Bonn, Ulrich Berges è intervenuto nel dibattito per ricordare che nell'Antico Testamento l'omosessualità non viene condannata. «L'Antico Testamento e il mondo orientale antico non conoscono relazioni omosessuali nel senso di unioni di vita uguali e legalmente riconosciute», ha scritto il professore di studi dell'Antico Testamento in un commento sul sito  kirche-und-leben.de. Pertanto, a suo parere, queste scritture non potevano né proibire né approvare le relazioni omosessuali.
 
Berges ha aggiunto che le proibizioni bibliche degli atti omosessuali si riferiscono solo ad atti violenti. «Non si tratta di pratiche omosessuali e certamente non di omosessualità, ma della più brutale umiliazione». 

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