Muore Valerio Todini per un tumore a 29 anni: aveva appena scritto il suo primo libro

Muore Valerio Todini per un tumore a 29 anni: aveva appena scritto il suo primo libro
Muore Valerio Todini per un tumore a 29 anni: aveva appena scritto il suo primo libro
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Lunedì 16 Novembre 2020, 22:39 - Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 10:28

È scomparso all'età di 29 anni, per un male incurabile, il giovane promettente autore per ragazzi Valerio Todini di Terni. Aveva appena terminato la sua prima fatica editoriale, «Sandro Pertini. Il presidente amato da tutti», che uscirà nelle librerie il 3 dicembre 2020 per Armando Curcio Editore. L'annuncio della scomparsa è stato dato oggi dalla casa editrice con un comunicato.  Nel 2017  Todini aveva iniziato il corso per redattore editoriale all'Istituto Armando Curcio di Roma e «da quel momento il suo spirito curioso e creativo non ha mai smesso di essere alimentato, tanto da scegliere anche di laurearsi in azienda, diventando studente del Corso di Laurea Triennale in Mediazione Linguistica in Editoria e Giornalismo». Il suo acuto senso critico e le sue naturali doti di scrittura lo hanno portato nella redazione dell'Armando Curcio Editore. 

«Sandro Pertini. Il presidente amato da tutti» è il progetto che Todini ha portato a compimento con dedizione e passione anche nelle ultime settimane di malattia, con la curatela del criminologo Fabio Iadeluca e illustrato da uno dei più apprezzati artisti per letteratura per ragazzi in Italia, Filippo Barbacini.

A 30 anni dalla morte di Pertini, il volume è il racconto della spontaneità e dell'umiltà del presidente della Repubblica, «un gigante della storia italiana a beneficio delle nuove generazioni», come ha scritto Todini.


La lettera degli amici a Valerio.

«Ciao Valerio,  non ti sono mai piaciuti musi lunghi e facce tristi, le lacrime solo se si era piegati in due dalle risate. E noi ti vogliamo ricordare con tutta la tua voglia di vivere e il tuo sorriso timido e contagioso.
“Lo zucchero è il sale della vita”. C’è stato un tempo in cui continuavi a ridere per una battuta improbabile, ripetendola instancabile fino a che alla fine non riuscivi a far sorridere tutti gli altri, insegnando a trovare la risata in tutte le piccole cose, disarmante. Siamo orgogliosi di aver avuto un amico come te.
Sei stato una dinamo instancabile di pensieri e di emozioni. La superficialità non ti è mai appartenuta: curiosità, spirito critico e attenzione all'approfondimento hanno sempre caratterizzato tutta la tua vita. Eri un 'martello' in tutto, dal campo di calcetto ai libri.
Testardo e idealista ma rispettoso del valore altrui e attento alle opinioni di tutti, sempre pronto al dibattito costruttivo con affermazioni vivaci e mai scontate frutto di profonde riflessioni. Un vero vulcano di idee, un passo avanti a tutti ma attento a non brillare troppo per lasciare al centro del palcoscenico i progetti e le vite degli altri.
Ci lasci in eredità il tuo primo libro “Sandro Pertini. Il presidente amato da tutti”, uno dei tuoi successi. Ma per noi che ti conosciamo, sei da sempre un enorme patrimonio umano e culturale. Sei stato di tutti. Sei stato un punto di riferimento costante nonostante la distanza e i mille impegni quotidiani. Abbiamo condiviso tanto. Non c'è stato un argomento su cui non ci siamo confrontati con franchezza: politica, letteratura, storia, scienze (con le cui curiosità sapevi affascinarci), teatro, sport, cinema, viaggi. Nei tuoi occhi di quell’azzurro dei cieli che si possono ammirare solo dalle vette delle tue amate montagne, c’era sogno, c’era prospettiva, c’era libertà.
In questo ultimo anno abbiamo sempre creduto di essere stati noi a portarti conforto e affetto, con i messaggi, le visite, le chiamate su Skype, quando in realtà eri tu a darci la forza per starti vicino e infonderci la speranza che tutto fosse ancora possibile.
Sei stato per tutti un esempio. Ci hai insegnato il coraggio di caricarti sulle spalle pesi che per un giovane uomo di 29 anni non dovrebbero essere neanche immaginati. Ci hai mostrato la maturità di affrontare un male vigliacco con caparbietà e senso di responsabilità. Pur consapevole, non ti sei lasciato vincere e hai continuato a lottare.
Adesso però la salita si fa dura. Ci mancheranno le partite insieme, quelle viste e quelle giocate, le tue battute, la tua intelligente e mai offensiva ironia, i tuoi garbati ma pungenti confronti sui social con il leone da tastiera di turno, le serate e le avventure all'estero, le discussioni durante le lunghissime partite a Risiko per la tua nota competitività, i nostri discorsi davanti a una birra su ciò che saremmo diventati. Ci mancherà la tua costante disponibilità, la tua pacca sulla gamba quando ti lanciavi in una delle tue risate che riempivano la stanza. Ci hai fatto l’ennesimo grande regalo, salutandoci hai fatto in modo di farci ritrovare e ricordare chi eravamo e chi vorremmo essere
Sarai sempre nello sguardo di Danilo e nell'orgoglio di Fiammetta, nel loro immenso amore. Guiderai le nostre azioni, illuminerai i nostri futuri giorni. Ti promettiamo di essere forti, di stringere i denti e di rimboccarci le maniche, magari tirando fuori la lingua, proprio come facevi tu quando volevi concentrarti. Te lo dobbiamo per quanto ci hai donato in questo tuo viaggio terreno.
Ora però ci fa male il cuore, ma dev’essere perché ci sei entrato dentro.
È normale, per forza è doloroso! Immagina che un ragazzo intero (ma proprio tutt’intero!) debba entrare in un organo grande quanto un pugno. Per forza fa male, no? Magari chi ha usato per primo la parola “crepacuore” parlava del dolore che si prova in momenti come questo: quando una Persona ti rompe un po’ il cuore, ma per entrarci dentro. Fa un male cane, ma tu mettiti comodo, trova la giusta posizione, rimarrai lì per un bel po’.
Per sempre
I tuoi amici»

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