Assalto ai medici di famiglia che però rimangono senza tamponi, ecco gli errori fatti

Assalto ai medici di famiglia che però rimangono senza tamponi, ecco gli errori fatti
di Luca Benedetti
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Martedì 4 Gennaio 2022, 09:00

PERUGIA Anche l’Umbria adegua le norme sulla quarantena, casi o contatti, presi in carico prima del 30 dicembre. Il via libera è arrivato ieri pomeriggio dal commissario per l’emergenza, Massimo D’Angelo che ha recuperato, quattro giorno dopo, la circolare del Governo del 30 dicembre.
Una differenza temporale che rischia di accrescere le difficoltà di risposta che hanno i medici di famiglie, letteralmente presi d’assalto dagli assisti per le norme sulla quarantena e per la richiesta di tamponi. 
«L’ultima circolare del commissario D’Angelo arrivata nel pomeriggio-spiega Leandro Pesca segretario provinciale di Perugia della Fimmg, la Federazione italiana dei medici di famiglia- ricalibra, in base alle indicazioni del Governo quarantena e contatti da positivi. Il fatto che siano passati dai giorni rende un po’ più difficoltoso adeguarsi. Considerando che stiamo ancora aspettando i tamponi, in 18 mila annunciati, per far uscire dalla quarantena i contatti diretti dei positivi. Abbiamo tante richieste, anche di spiegazioni. Ne sono arrivate tantissime e tante altre ne arriveranno visto la situazione. Ma, il problema è un altro, i tamponi che dovevano arrivare oggi (ieri, ndr) nei nostri studi ancora non sono arrivati. Dovremmo aspettare ancora uno o due giorni, ma con quella dotazione che arriva, in media diciotto kit a testa, non credo che potremo assicurare l’intervento a un numero congruo di assisti. Anche in considerazione delle nuove norme. Quei tamponi rapidi ce li hanno le farmacie, ce li hanno le strutture private accreditate, ma non noi. A parte che un medico di famiglia non se li sia pagati di tasca propria. Una situazione un po’ complessa. Noi avevamo dato la disponibilità, come medici di famiglia, a gestire i contatti da positivo. Ora c’è questa nuova partita che, automaticamente, fa crescere anche la nostra richiesta di test antigenici. Già sappiamo che alcuni colleghi si trovano in difficoltà a ricevere nei propri studi pazienti che erano positivi e fanno il tampone in base alle nuove indicazioni. Ma lo ripeto, il problema più grande che i tamponi antigenici non sono ancora arrivati e che quelli annunciati credo che potranno bastare per pochi giorni. Invece- chiude Pesca- sul, fronte dei vaccini anti Covid sta andando tutto bene: abbiamo le scorte di Moderna e continuiamo a effettuare somministrazioni ai nostri assistiti».
MASCHERINE
Se i tamponi rapidi sono un problema per i medici di famiglia, non lo sono per le farmacie. «Abbiamo trovato una linea di rifornimento-spiega Augusto Luciani, presidente di Federfarma Umbria- che ci permette di stare tranquilli. Nelle nostre farmacie non ci sono al momento, problemi di approvvigionamento. Stessa situazione per la mascherine Ffp2. C’è l’intesa per il prezzo calmierato a 0,75 centesimi l’una. Un sacrificio per la nostra categoria ma che facciamo molto volentieri in un momento difficile e particolare come questo».
La Struttura Commissariale guidata dal generale Figliuolo, d’intesa con il Ministero della Salute e sentito l’Ordine dei Farmacisti, infatti, ha raggiunto l’accordo con Federfarma, AssoFarm e Farmacie Unite per la vendita delle mascherine Ffp2 a prezzo calmierato presso le farmacie aderenti. «Certo-sottolinea Luciani sia di tamponi antigenici rapidi che di tamponi self-testing, i cosiddetti fai da te, che di mascherine Ffp2 ci sono tante richieste. Abbiamo stimato che in Umbria ne potrebbero servire, anche al di là del canale commerciale dove vengono acquistate, di almeno 200mila pezzi al giorno considerando che il loro utilizzo è più ampio di una mascherina chirurgica rispetto agli effetti di protezione che durano di più nell’arco della giornata con un utilizzo non particolarmente intensivo».
IL CASO USCA
Intanto, si apre il caso delle Usca che non vengono utilizzate nel week end. A sollevarlo il consigliere regionale segretario regionale del Pd, Tommaso Bori. Che annuncia una interrogazione «per capire quali siano stati i motivi che hanno portato la Giunta Tesei a percorrere una strada così pericolosa». «Una scelta del genere - spiega Bori in una nota - è portatrice di rischi incredibili, in un momento di recrudescenza della pandemia e di tanti ricoveri».
 

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