Umbria, variante inglese e brasiliana: casi raddoppiati tra i ragazzini

Umbria, variante inglese e brasiliana: casi raddoppiati tra i ragazzini
Umbria, variante inglese e brasiliana: casi raddoppiati tra i ragazzini
di Fabio Nucci
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Martedì 16 Febbraio 2021, 08:04 - Ultimo aggiornamento: 13:37

PERUGIA Una misura di come il virus abbia cambiato le coordinate del suo movimento arriva dall’analisi per fasce di età dei nuovi casi certificati nell’ultimo mese nella regione. Basti pensare che tra i teenagers, l’incidenza cumulativa, calcolata su 100 mila persone, è più che raddoppiata. Dal 9 gennaio al 10 febbraio, ad esempio, nella fascia 6-13 anni, si sono registrati 480 casi, 1.291 ogni 100mila residenti, il massimo rispetto ai gruppi di età considerati, con un’avanzata, rispetto al mese precedente, del 181% (458/100mila abitanti).

Nell’ultimo mese si contano 8.815 nuovi contagi, col massimo di casi, 3.337, nel gruppo anagrafico 40-46 anni che è anche il più ampio secondo l’analisi proposta nel dashboard regionale Covid.

A seguire, 1.941 nella fascia 18-39 anni, 809 nella 6-13, 757 tra gli over 80, 480 tra gli under sei e 399 nella fascia 14-17 anni. Questo considerando i valori assoluti ma già a guardare l’incremento rispetto al totale del mese scorso, si capisce come i contagi di questo ultimo mese, abbiano avuto una crescita anomala tra gli under 17. In particolare i casi certificati tra i bambini sotto i sei anni sono saliti del 47,5%, nel gruppo 6-13 anni del 40,9% e del 34% tra i teen agers. Tra gli adulti, invece, c’è stata un’avanzata più rapida del contagio tra gli over 80, il cui totale è salito del 30,3%. Crescita dal 24 al 28% nelle altre fasce d’età.

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Bambini e adolescenti

Mettendo in relazione i casi con la popolazione residente della stessa fascia d’età, si scopre che il contagio ha inciso maggiormente tra i bambini di età compresa tra i 6 e i 13 anni con 1.291,8 casi ogni 100 mila abitanti, dato più elevato di quello registrato lo scorso autunno (tra il 10 novembre e il 7 dicembre) quando in piena seconda fase epidemica si registrava un’incidenza pari a 974. La diffusione del virus ha accelerato anche nella fascia 14-17 anni, con 1271 casi ogni 100 mila residenti (1.038 tra novembre e dicembre), e tra i più piccoli con un incidenza pari a 1.285 tra 0 e 5 anni (875 tra novembre e dicembre). Il peso del contagio appare più lieve nelle altre fasce: 985,6 nella 18-39 (1.123,2 tra novembre/dicembre), 1.028,1 in quella 40-64 anni (1.070,7), 732,8 nella 65-79 anni (810) e 965,7 tra gli over 80 (1.019). Tale riposizionamento del virus ha determinato quindi una riduzione dell’età mediana, passata da 45 anni e 11 mesi a 45 e 7 mesi.

Il possibile effetto varianti tra i più giovani, in particolare quella inglese, è stato evidenziato anche da Marco Cristofori, esperto del Nucleo epidemiologico della Regione nel cui grafico si nota una crescita generalizzata dei casi nelle persone in età scolastica, con una vera e propria impennata in quella 14-18 anni tra la settimana 25-31 gennaio e 1-7 febbraio. Nella settimana 18-24 gennaio, rispetto alla precedente, si è invece avuto uno scatto nell’incidenza di casi per 100mila abitanti, nella fascia 6-10 anni. In queste due fasce l’incidenza settimanale di nuovi casi ha raggiunto quota 400. Solo tra i più piccoli nell’ultimo mese l’incidenza è rimasta sotto la media regionale che, considerando gli ultimi sette giorni, si è attestata a quota 272 (140,3 il dato nazionale).
Per la prima volta dopo 19 giorni, intanto, ieri c’è stata una riduzione, seppur lieve, degli attualmente positivi, passati da 8.166 a 8.152 (-14) e per il quarto giorno consecutivo si è ridotto anche il dato aggregato settimanale dei nuovi positivi: 2.394, numero più basso dal 6 febbraio. Ieri, come tutti i lunedì, c’è stato un numero ridotto di tamponi (1.232, 731 processati con test molecolare) e i contagi scoperti sono stati 109 a fronte di appena 169 casi testati. Si sta riducendo anche la media mobile settimanale dell’incidenza dei positivi sul totale dei tamponi effettuati, ieri pari al 4,67%.
 

 

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