Paolo Rossi, l'ultimo viaggio fa tappa a Perugia. Gli omaggi e la proposta: «A suo nome i campetti del Grifo»

La Fontana maggiore illuminata di rosso
La Fontana maggiore illuminata di rosso
di Egle Priolo
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Sabato 12 Dicembre 2020, 10:47

PERUGIA - L'ultimo viaggio di Paolo Rossi passa anche per Perugia, la città che lo ha adottato a 23 anni e gli ha regalato l'amore. Pablito e Perugia sono legati a doppio filo: la stagione in Serie A con D'Attoma presidente nel 1979, l'intuizione delle maglie con lo sponsor (Pasta Ponte prima in Italia a scendere in campo proprio con Rossi), lo scandalo del calcio scommesse da cui uscì pulito dopo due anni, giusto in tempo per piegare tre volte il Brasile di Zico e diventare campione del mondo. Ma a Perugia ha incontrato anche Federica Cappelletti, giornalista e scrittrice perugina che gli ha rubato il cuore e con cui ha avuto due figlie (oltre ad Alessandro, figlio della prima moglie, nato proprio nel magico 1982).

E proprio Federica, in omaggio all'amore di Paolo per la città, ha chiesto che, dopo i funerali previsti questa mattina a Vicenza e dopo un passaggio in forma privata al Curi, il suo corpo venga cremato a Perugia, per poi tornare nella loro casa a Poggio Cennina, a Bucine di Arezzo. «Federica e Paolo? Erano le due metà della stessa mela. Il loro amore era palpabile, erano complementari. Dire che avessero un matrimonio felice è riduttivo: si erano trovati e si completavano a vicenda». A raccontare il Paolo Rossi uomo, marito, amico e compagnone è Gian Luca Laurenzi, il presidente della Fondazione Umbria jazz che con Federica è talmente legato da chiamarla sorellina. «Quando si sono conosciuti – ricorda – lei lo nominava sempre più spesso e abbiamo capito che stava diventando qualcosa di importante. Poi un giorno mi ha detto “Vieni a Poggio Cennina che ti presento Paolo”, ho messo il navigatore e sono arrivato per pranzo. Chi non lo ha mai conosciuto non può capire, era davvero una persona alla mano, era un toscano vero, un toscano di quelli “buli”. Sempre allegro, sorridente, in tanti anni non l'ho mai visto arrabbiato. E tante delle belle cose che ha fatto sono merito di Federica che lo spronava». «L'Italia – prosegue Laurenzi – ha un debito morale con Rossi: gli sono stati levati due anni di carriera ingiustamente. E quando la magistratura penale ha dimostrato che non avesse commesso illeciti, lui ha risposto regalandoci una Coppa del mondo. Perugia? Il ricordo di Paolo Rossi a Perugia è bellissimo, fino a quel maledetto Natale segnò, se fosse andata diversamente, se quella stagione fosse finita normalmente... Magari non avremmo vinto lo scudetto, ma con Pablito saremmo arrivati lontano.

Perché lui era ai livelli di Maradona e Pelè, tra i dieci top player del mondo, in Italia il più bravo insieme a Roberto Baggio. Non è un caso che siano stati proprio loro gli ultimi due Palloni d'oro italiani... Anche per questo Perugia gli deve qualcosa, perché lo merita e non solo come giocatore, ma per tutto quello che ha regalato alla città o al suo impegno nel sociale e nella solidarietà, quella che lui non sbandierava mai e faceva sempre. “La beneficenza o la fai o non la fai”, diceva. Anche per questo Perugia lo deve ricordare. Magari intitolando alla sua memoria un “pezzo” dello stadio Curi, non la Curva Nord intitolata a Ghini, ma magari la tribuna o la gradinata. Oppure, anche meglio, i campetti per l'allenamento dell'antistadio: un bel messaggio, considerato il suo impegno per i giovani calciatori». «Perugia – chiude Laurenzi – glielo deve: poter pubblicare le foto di Paolo Rossi con la maglia del Perugia è davvero un bel vanto».

L'OMAGGIO
Intanto, il Comune ha deciso di ricordare Pablito colorando di rosso la Torre degli Sciri e la Fontana maggiore. «Perugia non dimentica Paolo Rossi – sottolinea l’assessore allo sport Clara Pastorelli – perché Paolo Rossi è stato una bandiera del calcio italiano e del calcio perugino, con la sua classe, la sua professionalità ed i suoi gol che hanno fatto esultare ed innamorare tante generazioni».
Pablito «ci ha regalato un sogno, edificato non solo con le braccia alzate a sorreggere la coppa del mondo, ma quello di un calcio ed un'Italia diversa, semplice e laboriosa, che ha gioito in maniera delirante e per questo sedotta dall'eroe del mondiale di Bearzot e di Pertini e di quella mitica partita a scopone in volo. Perugia ed i suoi tifosi non ti dimenticano». Così invece il Coordinamento dei Perugia club, con i tifosi della Nord che hanno esposto lo striscione “Ciao Pablito Rossi” lungo la cancellata del Curi. Il Perugia calcio, intanto, domani, in occasione della gara con Verona, scenderà in campo con una patch speciale apposta sulla manica destra della maglia da gara per ricordare Paolo Rossi. i giocatori indosseranno anche il nastro nero in segno di lutto e prima della partita, come già comunicato dalla Lega Pro, verrà osservato un minuto di silenzio su tutti i campi della giornata.

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