Covid, multe a 7mila cinquantenni No vax

Vaccinazione all'hub di San Marco ora chiuso per la fine dello stato di emergenza
Vaccinazione all'hub di San Marco ora chiuso per la fine dello stato di emergenza
di Fabio Nucci
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Domenica 3 Aprile 2022, 08:17 - Ultimo aggiornamento: 08:18

PERUGIA Sono circa 7mila i cinquantenni a rischio multa da parte dell’ex-Equitalia per non aver assolto l’obbligo di vaccinazione in vigore dal primo febbraio. Il meccanismo sanzionatorio, finora solo paventato in barba al 91% di persone di 50-59 anni che hanno rispettato il precetto, sembra sia arrivato alla fase cruciale che prevede l’invio della lettera da parte dell’Agenzia delle entrate-Riscossione. Considerando gli immunizzati dal virus, in Umbria al primo aprile risultavano 58.200 assistiti con più di cinque anni privi di copertura vaccinale. Questo mentre il virus arretra, seppur lentamente, ma i ricoveri ordinari continuano a salire in modo repentino.
La sanzione di 100 euro prevista dal Governo per gli over 50 che dal 1° febbraio non risultano vaccinati contro il Covid e per ora mai comminata, per almeno 7mila umbri rischia di trasformarsi in realtà. Al primo aprile, infatti, nella fascia 50-59 anni in 7.069 risultano non vaccinati (vedi report nazionale), contro i 9mila di inizio febbraio. In poco più di due mesi, 1.500 lavoratori di tale età si sono messi in regola, 1.118 “involontariamente” per aver contratto l’infezione, 463 per essersi sottoposti alla profilassi. A tale dato va aggiunto quello dei lavoratori sessantenni, parte dei 5.471 assistiti della fascia 60-69 anni che ad oggi non risultano vaccinati. Tutti loro, un gruppo tra i 9mila e 10mila lavoratori, sono finiti nella black-list stilata dal ministero della Salute. «La gestione di questi aspetti è dell’Agenzia delle entrate-Riscossione (la ex Equitalia, ndr», hanno risposto dagli uffici finanziari dell’Umbria. Il soggetto che irroga la sanzione resta il Ministero ma è la struttura fiscale a comunicare ai “renitenti della vaccinazione” l’avvio del procedimento (meramente amministrativo) che prevede 10 giorni di tempo per comunicare alla Asl competente l’eventuale giustificativo di differimento, esenzione o impossibilità. Risposta che andrà presentata anche all’agenzia di riscossione.
Intanto, l’Umbria continua a condividere con Puglia e Calabria il primato dell’incidenza settimanale dei contagi e della saturazione dei posti letto Covid ordinari.

Questo in un quadro epidemico in fase di contenimento, come dimostra il trend settimanale dei contagi, pari al -15,3% rispetto al periodo 19-25 marzo. Tempo nel quale si è passati da 1470,3 a 1.245,3 casi per 100mila abitanti, mentre a livello nazionale lo stesso indicatore è evoluto da 844,9 a 816. Pur in lieve ritirata, dunque, in Umbria il virus continua a circolare in modo sostenuto, come dimostrano i 1.383 positivi scoperti dal testing di venerdì (8.403 tamponi, il 16,5% positivi). Registrati anche 1.896 guariti, coi casi attivi scesi a 18.506. Allo stesso tempo, sono altri 9 gli ingressi in area medica dove 253 posti letto (39%) sono occupati da pazienti Covid, tra i quali 47 sono ospedalizzati per altri motivi, mentre 5 sono gestanti o neonati. Ai minimi, le terapie intensive: 2 i posti letto occupati, il dato più basso nel 2022. Altri 5 i decessi, la cui curva, alla luce dei 25 casi letali settimanali, è tornata a salire.

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