Covid e fisco comunale, persi 53 milioni di incassi

Covid e fisco comunale, persi 53 milioni di incassi
di Fabio Nucci
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Mercoledì 28 Aprile 2021, 10:05

PERUGIA  - L’emergenza sanitaria ha avuto effetto anche sulle casse comunali che nel 2020 hanno “perso” oltre 53 milioni di entrate, tra tasse, imposte e introiti vari. Una crisi che non coinvolto Imu e addizionale Irpef, mentre c’è stata una fuga dal balzello sui rifiuti e tra le extratributarie, si è registrato il “triste primato” per gli incassi legati ai servizi funebri, cresciuti del 6%. Un anno di crisi anche sul versante “pubblico”, rappresentato nell’approfondimento “L’impatto della pandemia sulle finanze dei Comuni umbri” curato da Mauro Casavecchia dell’Agenzia Umbria ricerche. «In attesa delle certificazioni ufficiali possiamo ricavare indicazioni preliminari sull’impatto della pandemia sulla finanza locale a partire dai flussi degli incassi».
La posta più ingombrante sono quei 44 milioni di euro di tasse, imposte e altri tributi incassati in meno rispetto al 2020, secondo l’elaborazione Aur su dati Siope aggiornati al 12 aprile 2021, con una flessione del 7,9%. All’appello mancano anche 9 milioni di euro di entrate extratributarie, riferiti a servizi comunali (–6,3%). «Analizzando l’andamento delle tre principali fonti di gettito per le amministrazioni comunali umbre (il 95% delle entrate tributarie totali) – spiega Casavecchia - mentre Imu e addizionale Irpef si sono mantenute sui livelli 2019, conseguendo anzi un incremento del 2,2%, il terzo pilastro rappresentato dalla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (Tari) accusa una perdita di incassi di quasi 23 milioni (–13,7%)». In picchiata gli altri tributi legati a Pubblicità e pubbliche affissioni e Imposta di soggiorno. «Cadute ancora più consistenti – aggiunge l’economista Aur - si hanno specie per i tributi più collegati alle attività commerciali e turistiche come l’imposta comunale sulla pubblicità e diritto sulle pubbliche affissioni (-23%), la tassa sull’occupazione degli spazi e aree pubbliche (-31%) e l’imposta di soggiorno (-40%)». Ridotti anche gli introiti residuali derivanti da Tasi e Ici ormai assorbiti dall’Imu.
Hanno sofferto ancora di più il legame con l’andamento economico le entrate extratributarie legate a servizi comunali garantiti ai cittadini. «Hanno subito una contrazione meno drammatica di quanto accaduto a livello nazionale», aggiunge Casavecchia. «Particolarmente rilevante la flessione dei proventi da erogazione dei servizi, che nel 2020 hanno perso un quarto rispetto a quanto incassato nell’anno precedente (a fronte di un -31,1% nazionale)». Pesano gli effetti del lockdown e della chiusura delle scuole con gli introiti di mense, asili nido e trasporti scolastici dimezzati. La ridotta mobilità ha invece impattato sugli incassi da parcheggi e parchimetri ai quali manca all’appello quasi un milione di incassi. «Evidenti anche gli effetti delle limitazioni alle attività commerciali, con le entrate derivanti da mercati e fiere abbattute di oltre la metà, e della pausa forzata delle istituzioni culturali: -44% per i proventi di teatri, musei, spettacoli e mostre». In salita el 6% gli incassi da servizi funebri. «Uno dei pochi che hanno visto un aumento delle entrate, il cui inedito primo posto conquistato nella graduatoria dei servizi per rilevanza degli incassi 2020 assume una triste valenza simbolica».
Il rischio ora è che tali perdite possano essere controbilanciate da aumenti di tasse o tagli di servizi. «Dalle prime stime, almeno in Umbria la contrazione delle entrate proprie sembrerebbe essere stata largamente controbilanciata dall’incremento del 57% degli incassi da trasferimenti che hanno alimentato il fondo per le funzioni fondamentali e gli altri ristori (perlopiù ministeriali) aumentati di oltre 65 milioni rispetto al 2019, determinando un effetto positivo, come comparto, per le casse comunali».

Ma sarà entro maggio che si conoscerà se perdite del gettito e maggiori spese legate al Covid saranno compensate da ristori e tagli.

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