Zona rossa in sei paesi del Ternano
scatta la rivolta dei sindaci

Zona rossa in sei paesi del Ternano scatta la rivolta dei sindaci
di Francesca Tomassini
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Lunedì 8 Febbraio 2021, 09:48 - Ultimo aggiornamento: 12:07

TERNI Confusione, agitazione, esasperazione, rabbia. Questi i sentimenti del “giorno prima” per i sei comuni della Provincia di Terni (Amelia, Lugnano in Teverina, Calvi dell’Umbria, Attigliano, Montegabbione, San Venanzo) che da oggi, per le prossime due settimane, entreranno in zona rossa. La notizia, arrivata sabato in tarda serata ha provocato un vero e proprio terremoto anche sul lato istituzionale. A cominciare dai quei comuni che da settimane registrano più guarigioni che contagi e che in qualche caso sono arrivati addirittura a zero. Come Lugnano, dove il sindaco Filiberti ha già inviato una pec alla presidente Tesei in cui, senza mezzi termini, chiede di rivalutare il suo caso. «Sono in attesa di una risposta, ho bisogno di chiarimenti e spiegazioni perchè sinceramente non so come far digerire ai miei cittadini il fatto che siamo in zona rossa con zero casi. Se tutto dovesse continuare a tacere proseguirò sui canali appropriati». Dello stesso avviso il sindaco di Calvi. «Noi non siamo a zero -precisa Guido Grillini- ma quasi, perciò l’ordinanza regionale è quantomeno tardiva. L’avrei capita settimane fa, quando in un paese piccolo come Calvi abbiamo raggiunto un picco di 19 casi. Ma adesso sinceramente sono sbalordito e amareggiato». Non solo. Grillini alza lo sguardo oltre i confini comunali e fa un’analisi dei territori limitrofi. «Ritengo la decisione anche inappropriata -precisa- perché se si analizzasse la cartina geografica si potrebbe notare che Calvi con 5 casi positivi, è attorniato da comuni come Magliano Sabina, con 29 casi positivi e in zona addirittura gialla, e Otricoli con 7 casi, in zona arancione. Sarebbe stato più corretto allora, anche se sicuramente più impopolare, istituire la zona rossa su tutto il territorio regionale». Nel comprensorio amerino soltanto la sindaca Laura Pernazza, alla luce dell’andamento dei contagi nel suo Comune nel mese di gennaio e di diversi focolai registrati anche nelle frazioni, ha accolto la decisione come necessaria e sta cercando di placare la polemica cittadina che si è scatenata sui social all’annuncio dei nuovi provvedimenti. A far la parte del leone la raffica di domande sulla scuola. Con la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado infatti, per centinaia di genitori, in tutti i comuni coinvolti, si è concretizzata una vera e propria emergenza. Quella di organizzare la giornata dei propri figli compatibilmente con i propri impegni lavorativi senza, possibilmente per ragioni cautelative, ricorrere all’aiuto dei nonni. Il nodo più spinoso riguardava la possibilità per gli studenti residenti nei comuni rossi, di recarsi a scuola verso altri comuni o il capoluogo di Provincia. «Facendo i dovuti approfondimenti con gli uffici regionali e la Prefettura -ha precisato la stessa Pernazza in una nota- mi è stato confermato che gli spostamenti per motivi scolastici sono consentiti». Intanto i provvedimenti regionali vengono utilizzati come deterrente da alcuni sindaci dei comuni limitrofi che mettono in guardia i propri cittadini indicando il pericolo di finire in zona rossa come più concreto di quanto si pensi. «Attualmente -ha scritto il sindaco di Montecastrilli Fabio Angelucci- la zona rossa viene decretata sulla base dell’incidenza settimanale superiore a 200 casi covid su 100mila abitanti che per Montecastrilli corrisponde a un aumento di 11 casi a settimana.

Nella penultima settimana abbiamo avuto un incremento di 8 casi, facciamo attenzione».

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