Francesca Fialdini: «In tv porto gente comune per cambiare il Paese». Dal 19 riparte "Da Noi... a Ruota Libera"

Francesca Fialdini: «In tv porto gente comune perché loro possono cambiare il Paese»
Francesca Fialdini: «In tv porto gente comune perché loro possono cambiare il Paese»
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Sabato 18 Settembre 2021, 12:59

Torna per la terza edizione «Da noi... a ruota libera», il format originale Rai che intrattiene i telespettatori la domenica pomeriggio. Un messaggio forte e propositivo quello che il programma vuole lanciare attraverso la narrazione di storie di persone che sono riuscite a far girare la loro "ruota", stravolgendo completamente il corso della loro vita. «È la gente comune a fare la storia e il nostro presente. Il tetto del mondo è bellissimo, ma c'è già chi lo racconta. Io cerco nodi da sciogliere e devo confrontarmi con la realtà, altrimenti ci raccontiamo favole»: continua a cercare percorsi di vita emozionanti, di coraggio e rinascita Francesca Fialdini che dal 19 settembre alle 17.20 sarà ancora protagonista del pomeriggio domenicale di Rai1 con «Da noi... a ruota libera». Giunto alla terza edizione, il format realizzato da Rai1 in collaborazione con Endemol Shine Italy - di cui Fialdini è anche autrice con Massimo Piesco, Ernesto Marra, Gaspare Baglio e Serena Castana - manterrà la sua struttura, presentando le storie di persone che seppur con fatica sono riuscite a far girare la ruota nel verso giusto, ma si arricchirà di nuovi approfondimenti anche sull'attualità con spazio alle breaking news, servizi in esterna e la presenza di influencer accanto ai grandi personaggi (nella prima puntata Arisa, Alba Parietti, Lucia Goracci, Sara Simeoni).

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“Da Noi... a ruota libera”, Francesca Fialdini pronta

«Quest'anno racconteremo ancora di più la temperatura del Paese e il sentire della gente, mantenendo l'obiettivo di trovare storie complesse ma sempre positive di chi ha avuto coraggio, vicende che possano essere d'esempio e avere magari un effetto d'onda. Se c'è una persona famosa come ospite è solo perché si è messa in gioco», spiega in un'intervista all'ANSA la giornalista e conduttrice, pronta a tornare da lunedì 26 ottobre anche su Rai3 in seconda serata con «Fame d'Amore», la docuserie sui disturbi alimentari che ha ricevuto recentemente il Premio Moige e il Premio Agnes. «Siamo abituati a cambiare pelle», afferma, riferendosi ai cambi di rotta adottati dal programma di Rai1 nei duri mesi del covid, specificando che «la gara per me non è mai sugli ascolti.

Certo, poi c'è la spensieratezza, che serve. Ma io devo essere onesta con quel pubblico che mi segue e che forse nel mio programma ha trovato qualcosa di vero. Mi interessa valorizzare la soluzione di un problema, e insieme anche raccontare la fatica e il coraggio: ora nel Paese serve recuperare un senso di comunità, di appartenenza». Centrali nel programma saranno le donne: «è un tema che con la pandemia e con i fatti di Kabul è tornato alla ribalta. Adesso però non ci sono più alibi, l'Italia è in ritardo, è arrivato il momento di scommettere sulle donne e sul loro talento, di rimetterle al centro con politiche attive nel territorio, altrimenti non c'è futuro», afferma la conduttrice, che ha in cantiere un libro proprio «su una donna che ce la deve fare».

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Attenzione ai diritti delle donne afghane

«È bello e importante mobilitarsi per migliorare la condizione femminile in Afghanistan, ma quei diritti che chiediamo per le donne di Kabul noi li abbiamo già nella Costituzione, ed è ora di esercitarli», prosegue, «Basta parlare di donne solo come care giver, madri e mogli. Dobbiamo raccontare persone che sono libere di scegliere. Ma le donne devono smettere di farsi la guerra. Non so perché accada così spesso, ma è un dato di realtà ed è un ostacolo che impedisce la fiducia e il passaggio generazionale». Nel suo programma l'attenzione è su chi ha voltato pagina: lei come vive il cambiamento? «Sulle prime mi spavento, ma nella vita ho preso sempre tutti i treni che sono passati, cercando sempre di imparare», racconta, «di certo mi sono chiesta se avevo o no gli strumenti soprattutto psicologici per sostenere il cambiamento. Ma tanto si cambia sempre, già a partire dal proprio corpo». Nei suoi due programmi entra in contatto con persone dal vissuto difficile: riesce a non farsi schiacciare dalla sofferenza degli altri? «No, ed è giusto che succeda. L'empatia deve far parte del nostro mestiere, soprattutto nei confronti di chi ti apre la sua vita. Non c'è niente di male e io non voglio tradire il mio interlocutore», prosegue, «in Fame d'Amore i ragazzi e le loro famiglie, che quest'anno avranno molto più spazio nel racconto, mi hanno regalato la verità: ed è così preziosa, devo saperla rispettare e dare tutta la mia attenzione. Se il programma fosse utile anche solo a una persona non potrei desiderare di più: questo è servizio pubblico. Mi faccio però accompagnare da un esperto in un percorso psicologico, lo faccio da tempo, ed è una decisione positiva».

Mai fermarsi alla superficie delle cose

Lei compie una scelta di autenticità anche sui social dove mesi fa ha comunicato di essere risultata positiva al Covid. «Sono come gli altri, l'ondata del virus ha raggiunto anche me. Non ho avuto problemi a dirlo, in fondo anche io faccio parte del pubblico», dice, «quello che ogni volta mi colpisce sui social è il fermarsi alla superficie con il riferimento al corpo, se sono dimagrita o ingrassata, e purtroppo sono sempre più le donne a farlo. Gli uomini invece fanno apprezzamenti sessuali, di una banalità ancestrale. Ma del resto con i social noi abbiamo reso tutto banale, anche l'amore, che dura il tempo di uno scorrimento verticale col dito. Io sulla mia vita privata sono riservata perché non credo possa togliere o aggiungere qualcosa alla mia persona, né che cambi la percezione di me». 

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