Ciao Darwin & Co, l’inarrestabile deriva della tv cerca-spazzatura

Ciao Darwin & Co, l’inarrestabile deriva della tv cerca-spazzatura
di Concita Borrelli
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Sabato 27 Aprile 2019, 00:06 - Ultimo aggiornamento: 00:19

Ciao Darwin, ciao evoluzione della specie, ciao civiltà dell’intelletto, ciao progresso, ciao pudore, ciao etica, ciao estetica. E potremmo chiuderla così se non fosse che qui un uomo rischia di rimanere paralizzato dopo la prova del Genodrome nel programma di Bonolis.

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Che un bella fetta di spettatori aspetta il matrimonio farlocco di una tal Pamela Prati con il cavaliere invisibile. Ed un’altra bella fetta di italiani asciuga ancora le lacrime di cui Riccardo Fogli superstite dell’Isola dei famosi inonda gli studi televisivi continuando a guadagnare. Offensivo, irrispettoso mettere le tre vicende sullo stesso piano? No. Assolutamente no, perché figlie della stessa deriva. Che nessuno potrà arrestare in quanto deriva fisiologica e biologica. Noi siamo ormai metafisica, l’oltre, l’infinito, il buco nero. Noi non siamo più carne, ossa e processi chimici. Siamo un nulla magnifico. Un unico nulla-pensiero che se vediamo due politici ancora confrontarsi in un programma con toni pacati ci dileguiamo con discrezione per cadere nelle trappole letali delle Iene, in Burini e Chic di Ciao Darwin, per le storie di vita esagerate ( ed esasperate da autori televisivi a rutto libero) di un bestiario di personaggi pronti ad inventarsi di tutto, abusi, povertà, raggiri pur di ricevere la chiamata da un redattore di programma e accordarsi per un’ospitata compensata. Nostalgia per lo schiaffo Sgarbi/D’Agostino, per la piazzata Mussolini/Belillo. Roba da educande. E se pure qualcuno entrasse in uno studio senza mutande sappiate che non farebbe più scandalo, se non nel tempio di Porta a Porta. Perché lo scandalo presuppone una Chiesa che condanni, una famiglia che non tolleri. Una società che guardi schifata. Non esiste più nulla di tutto questo. Se accade è possibile, e l’unica strada dell’impossibile, del sorprendente, rimane il surrealismo. Ruoli capovolti, politici che ballano, ballerini che giudicano, attori che si prestano ad opinionare.

Di reale sembra ci resti la Leosini nelle carceri, e i sondaggi di Piepoli e Ghisleri. E se la televisione lancia la miccia, sarà il vento del web che l’incendio lo farà dilagare. Chi corre a destra chi a sinistra, sempre in una posizione di «Tu hai torto» ed «Io ho ragione». Fazioni, ma non quelle di Fazio che tira l’acqua all’Europa, agli immigrati, a Saviano, a Macron, Fabio Volo e Marzullo in una non più subliminale lotta ingaggiata con uno dei vicepremier. No, fazioni ancor più basse. La Prati va protetta dalle sue agenti, Al Bano è stanco di essere un ciuccio in mezzo ai suoni, tal signore Romina e Loredana? La Parietti avrebbe ragione sulla Lucarelli? La Leotta ha motivo d’essere risentita per le parole della Ferrari? Ed assistiamo dalla mattina alla sera allo stessa identica passerella di personaggi con modalità diverse. Su alcune reti i conduttori e di conseguenza i personaggi si presentano in abiti più stirati e fazzoletti più lindi, sempre modesti. Su altre il trash è puro capolavoro. Ma la sostanza non cambia. Questa è la Tv. O ti rotoli e ti fai male di brutto, e al più la puntata salta di una settimana, ma non temete, andrà in onda la prossima, o racconti di tuo cugino di terzo grado che ti ha abusato o ti presenti con la quinta di seno o indossi un anello al dito che ti hanno infilato in camerino. Come se tutto fosse una grande Las Vegas.

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