Al Bano a Domenica In, appello a Loredana e Romina: «Siediamoci a tavola e facciamo pace»

Al Bano a Domenica In, appello a Loredana e Romina: «Siediamoci a tavola e facciamo pace»
Al Bano a Domenica In, appello a Loredana e Romina: «Siediamoci a tavola e facciamo pace»
di Eva Carducci
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Domenica 28 Febbraio 2021, 16:10 - Ultimo aggiornamento: 17:12

In studio a Domenica In arriva Albano Carrisi, ospite di Mara Venier, che inizia l'intervista ricordando i bei momenti passati insieme al cantante nella sua tenuta nel Salento, e della parmigiana di melanzane che la mamma di Albano faceva sempre trovare alla conduttrice. Venuta a mancare da un anno il cantante ricorda così la madre: «Mi manca moltissimo, domani la vado a vedere. Ho preso da mia madre, amava la lirica e cantava, e senza volerlo ho preso da lei. La vita è fatta così, con alti e bassi».

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Ripercorrendo la sua lunga carriera il cantante commenta così: «Il simbolismo della vita è rappresentato in una rosa, con petali e spine.

Ho avuto due fari importanti nella mia vita, mio padre e mia madre, avendo avuto questa ricchezza al mio fianco avevo meno paura. Quando ho lasciato tutto per inseguire il mio sogno so di avergli dato un dispiacere, ma volevo inseguire la mia vita. So che ho dato del dolore, ma quel dolore è diventata gioia, gioia infinita per tutti. Ho scelto quello che volevo fare, ho ascoltato testa e cuore. Alcuni dicono che dovevo darmi alla lirica, ma sono contento delle scelte che ho fatto». 

Mara Venier riesce a far sciogliere anche il cantante, che cerca di trattenere le emozioni raccontando ricordi personali sulla propria famiglia: «A mio padre devo tutto, io e mio fratello ci ammalammo di tifo e mio padre dovette vendere il vitello in anticipo per comprare le medicine. Ma devo anche tutto all'amore assoluto di mia madre, che voleva sentire lo stesso freddo che mio padre stava soffrendo in guerra, in Albania, e andava a letto senza coperte. Un amore incredibile. Quando andavo in tour in Germania, e veniva con me, mio padre mi raccontava del suo periodo di prigionia da parte dei tedeschi. Non riusciva a credere che, al buffet ad esempio, poteva mangiare a volontà, perché una volta lo punirono per aver rubato del cibo. Come cambiano le cose con il tempo, meglio così».

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La Venier riesce poi a farlo sbottonare, a aprire il suo cuore in diretta: «In un certo senso sono stato un emigrato anche io. Sono tornato in Puglia nel '71, ma ero scappato. Me ne andai perché vedevo solo i difetti di quella terra, di quello stile di vita, la mentalità che non cambiava, non c'era evasione mentale. Non c'era quello che stavo cercando. Per quello sono andato a Milano e poi da lì il successo, anche grazie a Celentano. Ma ero talmente timido che non avevo il coraggio di avvicinarmi a lui all'inizio. Lui è stato il mio primo datore di lavoro, ma lui non lo sapeva. Ho imparato a fare i primi passi lì, e ho capito che la gente ti parla alle spalle, e davanti si definisce tuo amico. Vedevo questo comportamento nei confronti di Celentano, ne ho fatto tesoro. Quando poi arriva la sicurezza non te ne importa di quello che ti dicono. Devo dire grazie a Rin Tin Tin, lo sceneggiato che andava in onda in quegli anni. Rubarono la cassetta di quel telefilm, e al suo posto andò in onda una registrazione dove cantavo. Da lì è cambiato tutto, e sono arrivati anche i film "musicarelli". Prima camminavo per le strade e ero un signor nessuno, da quel giorno non potevo più camminare per strada, mi riconoscevano e fermavano sempre. Il mio mondo era cambiato in meglio. Ero felice ma dovevo stare attento, perchè il nemico peggiore è il successo».  

Poi è arrivata Romina: «Non sapevo chi fosse prima di incontrarla sul set, e io ero davvero timido, ma eravamo timidi entrambi. Sul set del nostro primo film siamo stati inizialmente a disparte. Era interessante davvero, faceva la maglia alla fine delle riprese, mai visto un'americana farla, magari una donna del sud si. Diciamo che ci siamo interessati a vicenda, ma è durata poco. Al secondo film eravamo perfetti sconosciuti, c'ero rimasto male, ma pensavo che gli americani fossero così, un po' pazzi. Diciamo che per fortuna ho un carattere forte, non mi lascio prendere da gioia e sofferenza. Quando ci siamo sposati hanno fatto un toto matrimonio, pensavano che durasse poco, e invece gli abbiamo smentiti, come abbiamo smentito tante bugie che hanno detto su noi e la nostra famiglia». 

Un dolore condiviso anche da Mara Venier, che attacca chi ha scritto recentemente della, non veritiera, dipartita del marito, pur di fare qualche visualizzazione in più. 

Per par condicio si parla anche della seconda moglie, Loredana Lecciso: «Per certi versi la separazione con Romina è stato inaspettato, ma non bisogna rimanere vittima degli eventi. Non ha distrutto la mia esistenza, mi sono rifatto una vita, sto da Dio, sto bene adesso, ma non rinnegherò mai il mio passato, ho un rispetto totale. Loredana è una madre perfetta. Ognuno ha un sogno, il mio è che Romina e Loredana si sedessero a tavola e mangiassero insieme a noi, senza recriminazioni, nessuno ha colpa di quello che è successo. Romina aveva le sue esigenze, le ha seguite e va bene così Se siete in ascolto Romina e Loredana, perché non ci incontriamo? La vita può essere breve o lunghissima, seminiamo semi di pace. Che papà sono? Devi chiederlo ai miei cinque figli. Al momento giusto bisogna essere severi, perché le lezioni o gliele dai te o gleile da la vita. Da nonno faccio ogni giorno la video chiamata, perché i miei nipoti vivono a Zagabria. Non vedo l'ora di abbracciarli». 

Un ricordo caro al cantante, oltre a quello di tre Papi (Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco) quello con Santa Madre Teresa di Calcutta: «C'era un raggio di sole in mezzo alle nuvole, incontrarla è stata davvero un'esperienza mistica. Mi manca davvero».

La Venier scherza sul rapporto stretto con Putin, essendo Albano molto popolare in Russia: «Farò il vaccino quando sarà il mio turno, questo Covid-19 è maledetto, è il fratello della Spagnola. Io gli auguro al Covid-19 di non risvegliarsi mai dal suo eterno riposo».

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