Cambiamento climatico, gli uccelli si rimpiccioliscono per effetto del caldo

Uno studio dell'università del Michigan: le ali si allargano

Cambiamento climatico, gli uccelli si rimpiccioliscono per effetto del caldo
di Anna Guaita
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Mercoledì 17 Maggio 2023, 11:54 - Ultimo aggiornamento: 18 Maggio, 08:10

É difficile accorgersene perché il cambiamento è avvenuto poco per volta, anno dopo anno, nel corso di quasi 4 decenni. Ma forse chi ha buona memoria e un occhio attento si sarà accorto che le rondini sono un po’ più piccole rispetto al passato, e così i pettirossi e i picchi.

Una ricerca  della facoltà di Studi ambientali dell’Università del Michigan ci conferma che nel Nord America e nel Sud America sia gli uccelli stanziali che quelli migratori si sono rimpiccioliti, e questa riduzione corporea verosimilmente interessa i volatili di tutto il mondo. Secondo lo studio pubblicato in questi giorni sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, la spiegazione si trova nella regola di Bergmann, secondo cui gli animali più piccoli sopravvivono meglio nei climi caldi perché i loro corpi trattengono meno calore. Il rapporto si basa sui dati raccolti a loro volta da due ricerche vastissime che nell’arco di 40 anni hanno studiato gli uccelli migratori nel nord America e quelli stanziali nell’Amazzonia. Due situazioni ambientali estremamente diverse che tuttavia hanno condiviso lo stesso innalzarsi delle temperature e hanno presentato le stesse caratteristiche nella loro fauna aviaria, dai pappagalli ai passeri, dai tucani alle rondini. La massa corporea degli uccelli è diminuita di una media dello 0,6%, ma con punte ben maggiori negli uccelli già più piccoli di natura, ad esempio del 3% nelle rondini, del 2,8% nei pettirossi e del 2,2% nei picchi.

Al contempo, questi stessi uccellini hanno sviluppato un’apertura alare maggiore, e presumibilmente questa evoluzione è stata dettata dal bisogno di produrre l’energia necessaria a mantenersi in volo, e di continuare a compiere le loro migrazioni. Che le dimensioni di tanti animali stiano diminuendo per via del surriscaldarsi del clima è un fatto già accertato, e notato per esempio nelle caprette alpine e nelle salamandre. 

IL FENOMENO

L’assoluta novità nello studio della Michigan University è il fatto che a ridursi più velocemente di dimensioni sono gli uccelli più piccoli. Gli scienziati non sanno ancora cosa faccia evolvere alcune specie più velocemente di altre, in questo caso tuttavia il fenomeno potrebbe essere spiegato con il fatto che gli uccelli piccoli si riproducono più rapidamente, facendo sì che su di loro l’evoluzione lavori più velocemente. La domanda è importante. Gli autori notano infatti che una rapida evoluzione potrebbe essere necessaria a molte specie per sopravvivere in ambienti che cambiano rapidamente. Fino a pochi anni fa gli studi sulle reazioni degli animali ai cambiamenti climatici si concentravano quasi esclusivamente sulle modifiche dell’area geografica o sulla tempistica dei loro eventi vitali, come le migrazioni e le nascite. Ma le conclusioni della Michigan University elevano anche la morfologia del corpo ad aspetto cruciale negli studi sulla sostenibilità e l’ambiente. I ricercatori della Michigan si sono serviti degli studi condotti negli ultimi 40 anni dal Field Museum of Natural History di Chicago e dalle squadre di ricercatori della Louisiana State University nella foresta amazzonica. Il Field Museum ha raccolto ogni primavera e ogni autunno le carcasse di oltre 70 mila uccelli che si erano schiantati sui vetri del grattacieli della città nei loro voli di migrazione, mentre le squadre in Amazzonia hanno catturato con le reti, misurato e poi rimesso in libertà 15 mila uccelli di 77 diverse specie.«Anche nel bel mezzo di questa foresta amazzonica incontaminata - ha dichiarato Vitek Jirinec, autore principale di quello studio - stiamo assistendo agli effetti globali del cambiamento climatico causato dall’uomo». 

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