L'attrice Pilar Fogliati star televisiva ma anche del podcasting, con la sua voce protagonista di “Sbagliata”, primo drama in podcast.
Cosa l’ha spinta verso questo mondo? E quali sono i suoi rapporti/legami con i podcast?
«È stata la curiosità a spingermi verso il mondo del podcast, e l’amore che ho per il lavoro sulla voce; ma soprattutto mi piace pensare che un percorso come quello dell’attrice possa fiorire in milioni di modi. Oggi la sfida è testarsi e scoprire come trasformare una scena a seconda del mezzo a disposizione, cercare nuovi linguaggi e sperimentare».
Perché la voce? Cosa la affascina di questo strumento?
«Trovo molto romantico questo ritorno alla voce, o meglio questo allontanamento dall’immagine. L’immagine è ovvia, piatta, la voce pulsa, il tono della voce racconta chi siamo, da dove veniamo. Se hai una voce più di testa comunichi qualcosa di diverso rispetto ad un voce bassa, dalla pancia. È il nostro strumento più puro e ha una potenza comunicativa enorme».
Che differenze ha trovato tra realizzare un podcast e “parlare” alla radio?
«La radio è più un flusso legato all’attimo: interviste, notizie, musica. Il podcast ha una costruzione diversa, ora più documentaristica ora addirittura più cinematografica... peraltro con finalità diverse; in chiave futura è interessante vedere se sarà più la radio ad andare verso i podcast o viceversa».
Nell’era delle immagini la voce sta diventando sempre più importante in ambito digitale: i podcast, ma anche piattaforme come ClubHouse.
«Abbiamo capito che l’immagine, soprattutto nei social può essere un bluff.
Per chi è abituato ad avere un rapporto con il video come si vive il passaggio al livello voce?
«Quando abbiamo registrato il Podcast “Sbagliata” mi stupiva quanto mi sentissi libera, e mi sono accorta quanto il sapere di essere guardata ci frena e ci toglie qualcosa, come se fosse una responsabilità in meno, un pensiero in meno!»
Secondo lei perché i podcast stanno avendo questo successo?
«Perché abbiamo voglia di disintossicarci dall’immagine. Il podcast non lo puoi “scrollare”, ti tiene incollato lì e ti trasporta. Come un ritorno alla lentezza. Ha qualcosa di molto primordiale, la prima cosa che impariamo a riconoscere come casa quando siamo nella pancia della mamma è la sua voce».
Il suo podcast preferito da ascoltatore? E perché?
«Mi piace moltissimo il podcast “Venti” di Sofia Viscardi e Irene Graziosi, mi piace perché è moderno, perché sceglie degli argomenti interessanti e mi fa sentire insieme a loro, come fossero delle mie amiche. Poi seguo la pagina e il podcast “Tlon” che si occupa di filosofia».
I suoi progetti futuri in questo ambito?
«Il successo del podcast “Sbagliata” ci ha stupite ed entusiasmate tantissimo, è arrivato primo in classifica su Spotify, ci conferma una tendenza. Sono tante le persone che ci hanno chiesto un seguito, per ora ci stiamo lavorando e pensiamo anche ad una trasposizione audio visiva».
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