Ologrammi e tecnologie per parlare dalla Luna: le nuove frontiere della comunicazione

Ologrammi e tecnologie per parlare dalla Luna: le nuove frontiere della comunicazione
di Eva Carducci
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Mercoledì 14 Dicembre 2022, 15:58 - Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 07:41

«Strade? Dove stiamo andando non c’è bisogno di strade».

Lo stupore di Marty McFly, alle parole del Dr. Emmett “Doc” Brown, è uno dei ricordi più vividi della pellicola di fine anni ’80, Ritorno al Futuro - Parte II, e un’emozione tangibile che si può provare, oggi, ad Oslo. Non è un caso se in uno dei principali centri di sviluppo digitale, la Rebel, varcata la soglia dell’edificio, spunta fuori proprio la celebre macchina del film, la DeLorean, con le portiere aperte, pronta per un nuovo viaggio. Perché è questo che si fa nella capitale norvegese, in questi giorni “primaverili”, zero gradi e buio alle tre di pomeriggio: si modella l’avvenire della comunicazione terrestre e anche spaziale. Ed è proprio da qui che parte il nostro viaggio verso il futuro.

PRESENZA VIRTUALE

Cosa dareste per mandare una versione virtuale di voi stessi alla riunione del lunedì mattina, senza dover uscire di casa? Nell’austera sede norvegese della Cisco, l’azienda multinazionale statunitense specializzata nella fornitura di apparati di networking, stanno cercando di dare vita a quello che oggi è ancora un miraggio. Gli ologrammi sono infatti l’ultima frontiera della digitalizzazione e della comunicazione a distanza. Snorre Kjesbu, vice presidente e General manager di Webex, ci accoglie nella stanza delle simulazioni con una citazione cinematografica che ci proietta direttamente in un universo fantascientifico: «Non si tratta di creare il consiglio Jedi di Star Wars, ma ci stiamo andando vicino», introducendoci così al mondo dei Webex Hologram, tecnologia che tramite visori di realtà aumentata, permette la visualizzazione, e l’interazione, con immagini in 3D. «La citazione non è casuale - prosegue Kjesbu - spesso i film ci mostrano il futuro, e proprio su quel futuro stiamo lavorando. Dare la possibilità di collegarsi alla stessa riunione da più parti del mondo è già realtà, poterlo fare con la proiezione del proprio ologramma, interagendo in contemporanea con oggetti virtuali, è un futuro che sentiamo molto vicino, e che paradossalmente ci fa sentire più vicini e meno distanti». Visori oculari sugli occhiali, un po’ di spaesamento, ed ecco che accanto a noi compare il nostro interlocutore, fisicamente nella stanza accanto.

A farci compagnia due modelli tridimensionali di Tom e Jerry. Possiamo afferrarli, ruotarli e spostarli nel nostro campo visivo. Impressionante pensare l’utilizzo soprattutto in campo medico e scientifico.

LA FRONTIERA

 Ma i progressi non si fermano alla Terra. La tecnologia Webex, l’applicazione per video conferenze, che garantisce l’organizzazione su più livelli di riunioni virtuali e eventi, è sbarcata anche sul progetto Callisto, parte integrante della missione Artemis-I, prima delle tre spedizioni spaziali che dovrebbero riportare l’uomo sulla Luna. La Nasa sta puntando infatti al 2025 come data per il primo allunaggio dopo l’Apollo 11 sul satellite terrestre, e nel primo lancio senza equipaggio, avvenuto lo scorso mese, all’interno della navicella spaziale Orion, è stata inserita la tecnologia sviluppata da Cisco, per testare sul campo i sistemi di video comunicazione. Webex è stata integrata con altri applicativi, alcuni realizzati in collaborazione con Amazon. È la prima volta infatti, racconta incollegamento da Miami Jono Luk, vice presidente del product management di Cisco Webex, che la Nasa ha integrato tecnologie “domestiche” come Alexa, per comunicare oltre i confini terrestri: «Pensate ad Alexa, un sistema presente in molte case oggi, e pensate alle videoconferenze che sono diventate la quotidianità durante questi anni pandemici. Quando ci immaginiamo il futuro lo concepiamo spesso come qualcosa di molto lontano, e invece è già presente nelle nostre vite. Sarà proprio l’interazione con queste tecnologie che permetterà agli astronauti di comunicare dal profondo spazio alla Terra, e i primi test che stiamo svolgendo stanno dando i risultati sperati». Ulteriore prova che il lavoro da remoto potrà essere svolto ovunque in futuro, anche dallo spazio.

QUOTIDIANITÀ

 Più vicino a noi, mentre nella sede si festeggia l’arrivo della barista che prepara i cappuccini due volte a settimana, l’obiettivo è stare con i piedi per terra e garantire connessione, collaborazione e sicurezza.Soprattutto in samrt-working. Chi non si è ritrovato almeno una volta con rumori molesti in sottofondo, dovendo mutare il microfono, o peggio ancora, simulare un crollo della connessione durante un incontro online? Nei nuovi desk, le lavagne virtuali disponibili in diversi formati - da quelli per il tavolo fino alla replica delle lavagne scolastiche- Cisco ha inserito non solo telecamere 4K Ultra-HD capaci di seguire i movimenti dell’interlocutore, anche sistemi avanzati della riduzione del rumore. Sorprende tutti Ryan Kaplan, sviluppatore tecnologico di Cisco, quando afferra in mano un mini camion dei pompieri con le sirene spiegate, mentre è connesso dalla sala riunioni accanto: «Il protocollo Webex, e il desk da tavolo, mi hanno salvato durante la pandemia. Riuscite a sentire il rumore di questo oggetto infernale così amato da mia figlia? No giusto? Questo è il futuro». Un futuro non lontano, che passa dalla Luna alla tranquillità casalinga. 

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